Sistema Bibliotecario, Floriani non ci sta: aspettiamo le indagini ma Adriana Teti è disinformata

L'ex direttore del Polo culturale vibonese definisce fantasiose alcune ricostruzioni dell'ex dirigente di Palazzo Luigi Razza

L’intervista di Adriana Teti, già dirigente del Comune di Vibo Valentia, a Punto di Vista (rubrica del giornale online noidicalabria.it) ha dato origine ad alcune precisazioni da parte di Gilberto Floriani, tra i fondatori del Sistema Bibliotecario, nonché direttore per tantissimi anni dello stesso Polo culturale, oggi chiuso per carenza di finanziamenti e sotto inchiesta da parte della Procura di Vibo Valentia.

Questa la replica di Gilberto Floriani alle risposte date da Adriana Teti nell’intervista:

“Le sue affermazioni dimostrano una profonda disinformazione, o una volontà di disinformare, sulla reale situazione dell’ente. È importante sottolineare, inoltre, che è attualmente in corso un’indagine della magistratura, avviata anche a seguito di una denuncia del Comune. Pertanto, ritengo inopportuno, e forse illegittimo, che la Signora Teti emetta giudizi affrettati, anticipando conclusioni che spettano unicamente agli organi inquirenti.
Entrando nel merito delle sue dichiarazioni, la Signora Teti ha sollevato diverse questioni infondate:

Presunta illegittimità

1) Ha affermato che l’ente fosse illegittimo perché non regolato dalle norme degli enti pubblici. Chiarimento: Lo Statuto del SBV fu redatto in collaborazione con gli uffici competenti della Regione Calabria e successivamente approvato dal Consiglio Regionale e con delibera della Giunta Regionale.

Assenza revisori dei conti

2) Ha dichiarato che il SBV non avesse un revisore dei conti.
Chiarimento: L’ordinamento dell’ente, derivante dalla Legge Regionale n. 8 del 1975, non prevedeva tale figura. Non rientrava nelle competenze dell’ente modificare una normativa e disposizioni regionali, aspetto per il quale il sottoscritto è stato peraltro denunciato.

Mancata pubblicazione degli atti

3) Ha sostenuto che il SBV non pubblicasse i propri atti.
Chiarimento: La Signora Teti sembra ignorare, o finge di ignorare, che il SBV pubblicava regolarmente tutti i suoi atti (delibere, determine, bilanci, avvisi, bandi) sia all’albo pretorio sia sul sito internet www.sbvibonese.vv.it. Se oggi tali atti non sono più consultabili online, è unicamente a causa del mancato pagamento dell’abbonamento per il mantenimento del sito.

Gestione “privatistica” e Sindaci “babbioni”

4) Ha insinuato una gestione privatistica e definito i sindaci – rappresentanti degli enti costituenti il Sistema – come “babbioni” che firmavano atti (delibere, determine, bilanci) e atti di spesa senza consapevolezza, inclusi i presidenti succedutisi nel tempo, legali rappresentanti dell’ente.
Chiarimento: Non ho mai conosciuto sindaci sprovveduti; al contrario, firmare atti, specialmente di spesa e mandati bancari, senza cognizione di causa sarebbe un atto di grave irresponsabilità. Questa è una narrazione fantasiosa che, purtroppo, sembra aver trovato accoglienza in certi ambienti politici vibonesi, sia di destra che di sinistra.

L’interruzione delle attività

Desidero inoltre specificare le vere ragioni che hanno portato all’interruzione delle attività del SBV, un ente che ha portato significativi benefici a Vibo Valentia, come la valorizzazione del sito di Santa Chiara (ora chiuso e con la sua preziosa biblioteca abbandonata), il festival Leggere&Scrivere e l’iniziativa Vibo Valentia Capitale del Libro. La chiusura è stata determinata da insostenibilità economico-finanziaria, una problematica che affligge molte altre iniziative culturali cittadine (es. Parco Archeologico, Teatro, Orchestra della Calabria).

La crisi finanziaria

Nello specifico: il SBV fu istituito con la garanzia che la Regione Calabria, ai sensi della L.R. 8/1975, avrebbe coperto annualmente le spese di gestione e del personale. Questo sostegno è terminato nel 2008, quando la Regione ha cancellato tutti i capitoli di bilancio relativi alle leggi sulla cultura, biblioteche incluse.

Il ruolo della Provincia

Mancato supporto della Provincia: Il SBV aveva parzialmente ovviato alla mancanza di fondi regionali grazie all’adesione della Provincia, che contribuiva con una quota di 40 centesimi per abitante. Tuttavia, con il dissesto finanziario della Provincia, anche questa fonte di finanziamento è venuta meno, lasciando un debito di oltre trecentomila euro per quote di adesione non versate.

I rapporti con il Comune

Richiesta di affitto da parte del Comune: Per la sede di Santa Chiara, il Comune ha preteso un canone di affitto, a differenza di quanto fatto per numerosi altri immobili comunali e non ha mai pagato le sue quote di adesione.

Nonostante queste difficoltà, il SBV è riuscito a proseguire le sue attività per un periodo grazie a creatività, volontariato e numerosi progetti realizzati con lo Stato, la Fondazione con il Sud e altri enti. È vero che l’ente ha accumulato dei debiti, regolarmente riportati nei bilanci. Molti si sono fregiati dei successi del Sistema (ad eccezione degli invidiosi), ma era impossibile continuare senza un sostegno economico preciso e costante.

Tante le promesse mancate

Se un errore è stato commesso, è stato quello di non interrompere le attività prima. Tuttavia, si è cercato di resistere per non privare la città di un servizio importante, nutrendo la speranza – poi delusa da promesse mancate – che le istituzioni competenti intervenissero.
Spero queste precisazioni possano contribuire a una più corretta comprensione della situazione.

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