Storie di resistenza, quando le cosche volevano impadronirsi delle imprese di Francesco Cascasi

Il dibattito a Praia a Mare alla presenza di don Ennio Stamile, don Marcello Cozzi e del giornalista Egidio Lorito

La storia dell’imprenditore vibonese Francesco Cascasi, raccontata da don Ennio Stamile nel suo libro “Nonostante Tutto”, è stata uno dei momenti più accattivanti della kermesse culturale tenutasi a Praia Mare e organizzata dal giornalista Egidio Lorito. Un “salottino” dal palato fine che rappresenta una tappa fondamentale lungo il percorso di sensibilizzazione delle coscienze a difesa della legalità.

Un dibattito che ha particolarmente richiamato l’attenzione dei presenti e che ha permesso ancora una volta a don Stamile (fondatore di Libera in Calabria) di tornare ad accendere i riflettori sulla drammatica vicenda di Francesco Cascasi, le sue paure, il suo coraggio; quello di ribellarsi alla ’ndrangheta fino a uscire allo scoperto e denunciare Pantaleone Mancuso (detto Scarpuni) per poi costituirsi parte civile nel processo scaturito dall’operazione denominato Costa Pulita. <Il boss – ha ricordato ancora una volta don Stamile – che non ha avuto alcuna remora a chiedergli una sorta di tangente che puntava ad entrare nelle sue società. L’obiettivo di Cascasi era quello di investire sul Porto di Vibo Valentia; un imprenditore visionario, straordinario, che viene da una famiglia poverissima e che avendo recepito questi valori ha imparato non solo i sacrifici ma anche quelli di non cedere mai alle pressioni dei prepotenti>. L’autore del libro non ha mancato di sottolineare che Cascasi <si è trovato a dover combattere la sua battaglia da solo>.

Emblematico il messaggio di un lettore fatto pervenire a don Ennio Stamile a margine dell’evento: <Francesco Cascasi è un uomo davvero forte, un visionario; ostinato a non cedere la sua intelligenza, i suoi meriti, i suoi carismi alla classe dei “mediocri e dei mafiosi” che purtroppo, gestiscono gravemente la nostra amata terra. Penso che Francesco, nella sua estenuante impresa di contrasto, sia stato notevolmente aiutato anche dalla sua cospicua condizione economica. Speriamo un giorno – si legge ancora – di vedere una Calabria nuova, libera dai poteri mafiosi, con classi dirigenti fatte da veri politici, che amano la politica e il progresso, che abbiamo davvero le tre caratteristiche che hai riportato dal pensiero di Max Weber: “Passione, responsabilità e lungimiranza”, così da superare la presente mediocrità e uscire fuori dalla “zona grigia”>.

A Praia a Mare tra i relatori anche don Marcello Cozzi, un prete che cammina in parallelo con don Stamile da decenni impegnato sul versante del disagio sociale, nell’educazione alla legalità e alla giustizia e nell’accompagnamento ai pentiti di mafia e ai testimoni di giustizia. Nel suo intervento don Marcello Cozzi ha ricordato le parole di Giovanni Falcone: <La mafia è un fenomeno umano così come è nato è destinato a finire; quindi vuol dire che tutto è possibile nella misura in cui però ognuno fa la propria parte>.

Un percorso che continua e che venerdì 30 agosto farà tappa a Vibo Marina; nel giardino de La Rada alla presenza non solo di don Ennio Stamile, ma anche dell’imprenditore Francesco Cascasi e del magistrato Marisa Manzini, da sempre impegnata nella lotta alle cosche della ’ndrangheta.

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