Strade come discariche: la Provincia si tira fuori e il Comune accusa. I cittadini ostaggio del degrado

La politica litiga sulle competenze ma lo scempio rimane sotto gli occhi di tutti. Ambiente e residenti continuano a subire

In una terra meravigliosa come il Vibonese, ricca di storia, natura e, soprattutto, di enormi potenzialità turistiche, è inaccettabile che a qualche centinaio di metri dal mare, lungo una delle arterie che collega la ex statale 522 alla strada di Bivona (all’ombra di un mostro come l’impianto di Italcementi dismesso da decenni) si debba assistere a uno spettacolo di totale abbandono. Cumuli di rifiuti, rovi, arbusti selvatici e sterpaglie di ogni genere invadono la carreggiata e rendono la strada quasi impraticabile. È una vergogna che si consuma ogni giorno sotto gli occhi di cittadini e turisti, nell’indifferenza di chi dovrebbe intervenire.

Ambiente in pericolo

A farne le spese non è solo l’ambiente, ma l’intera comunità. I residenti sono costretti a convivere con odori nauseabondi, pericoli alla circolazione e un senso di abbandono che fa male. Fa male perché la bellezza di queste zone viene offesa, umiliata. Fa male perché chi vive in queste frazioni marine merita rispetto, sicurezza, vivibilità. E invece si assiste a un teatrino istituzionale indegno: la Provincia che si chiama fuori, sostenendo che la pulizia non è di sua competenza, e il Comune che accusa la Provincia di non rispettare una sentenza chiara, mentre il presidente Corrado L’Andolina preannuncia ricorsi e spera che alla fine a dover ripulire la strada siano altri. Nel frattempo i rifiuti restano lì. E cresce la rabbia dei cittadini.

Il dovere di collaborare

Ma il degrado non ha colore politico. Non può diventare terreno di scontro tra fazioni, né tantomeno una scusa per non agire. Non ci interessano le polemiche, ci interessa il risultato: vedere quella strada ripulita, sicura, percorribile. Serve buon senso. Serve responsabilità. Provincia e Comune hanno l’obbligo morale, prima ancora che istituzionale, di collaborare. Non è più tempo di rimpalli, di cavilli, di attese infinite. Il territorio chiama, e chi amministra ha il dovere di rispondere. Insieme, senza divisioni.

Calpestati i diritti

Perché il decoro urbano è un diritto di tutti. Perché la dignità di un luogo si misura anche da come si mantiene il suo territorio. E perché il Vibonese ha già pagato abbastanza in termini di incuria e disattenzione. Ora basta. Si remi dalla stessa parte, per restituire bellezza, sicurezza e orgoglio a questa terra.

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