Ogni territorio ha una peculiarità che lo caratterizza. Se questo è vero, lo è anche che quella che contrassegna come un marchio indelebile la provincia di Vibo è la viabilità: un pericoloso colabrodo da che la memoria ricordi Vibo come provincia. Se ne accorgono turisti ed emigrati di rientro, distrattamente in giro per il nostro territorio. E se ne esasperano i residenti, che invece devono stare perennemente attenti a evitare il peggio. Questo vale maggiormente nell’entroterra, dove ogni giorno che ci si sposta in auto è come lanciare una sfida al destino.
Lo sanno bene, ad esempio, i cittadini che percorrono le SP 4 e 74, quelle che, tra l’altro, conducono al capoluogo e all’autostrada: invase da erbe e sterpaglie che ne restringono la carreggiata e riducono la visibilità, con grave rischio per chi vi transita. Numerosi e non rari, infatti, sono gli incidenti, in un percorso che catapulta in un vero e proprio safari, con tanto di animali selvatici (ungulati), e non, che non di rado tagliano la strada e causano sinistri. Manca “Tarzan”, ma se si lascia un po’ di più crescere la vegetazione non è detto che non arrivi pure lui.
Lo sanno bene, ad esempio, i cittadini che percorrono le SP 4 e 74, quelle che, tra l’altro, conducono al capoluogo e all’autostrada: invase da erbe e sterpaglie che ne restringono la carreggiata e riducono la visibilità, con grave rischio per chi vi transita. Numerosi e non rari, infatti, sono gli incidenti, in un percorso che catapulta in un vero e proprio safari, con tanto di animali selvatici (ungulati), e non, che non di rado tagliano la strada e causano sinistri. Manca “Tarzan”, ma se si lascia un po’ di più crescere la vegetazione non è detto che non arrivi pure lui.
E questo in condizioni di normalità, poiché se piove più del dovuto, dai terreni adiacenti alle strade vengono giù tanta di quella terra e di quel fango da moltiplicare le situazioni di rischio. Durante l’ultimo acquazzone dei giorni scorsi, diverse sono state le epopee narrate dai poveri automobilisti (mal) capitati tra quelle dune sinuose.
Dasà – Arena – Serra
Altra nota dolente è la SP 58, l’ormai famosa “Dasà – Arena – Serra”, sul cui manto stradale dalla sera alla mattina compaiono buche come se fossero funghi, ma meno prelibate e apprezzate. Sulla trafficata arteria sono stati eseguiti dei lavori parziali e a macchia di leopardo di recente, ma se non si liberano con solerzia le cunette dal materiale che vi si accumula, l’acqua piovana da qualche parte dovrà trovare scolo. Va da sé che si riversa sul manto bitumato, col conseguente deterioramento dello stesso e il formarsi di vere e proprie voragini.
Sul problema è da tempo attivo un comitato (per la sicurezza sulle strade vibonesi) che da qualche giorno denuncia la presenza, tra gli altri, di un baratro in corrispondenza di una curva profondo (ha asserito qualcuno) varie decine di centimetri. Se si finisce dentro, interviene l’elisoccorso in automatico. Per evitarlo, più di uno dei componenti il comitato ha proposto di fare una colletta e acquistare dei sacchi di bitume per fare da sé (come è già avvenuto).
E altre vie di comunicazione, anche costiere, non sono messe meglio. Sarcasmo a parte, occorrerebbe un controllo più attento e una maggiore tempestività operativa, per evitare che dal sarcasmo si passi direttamente al dramma. E per evitare che una problematica atavica e sentita si tramuti in normalità.