Sversamenti di reflui nel fiume Neto, sequestrati i depuratori a Belvedere di Spinello (video)

Sversamenti di reflui nel fiume Neto, sequestrati i depuratori a Belvedere di Spinello (video)

Le indagini, avviate dopo le denunce di alcuni cittadini e supportate da accertamenti dell’Arpacal, hanno rilevato gravi malfunzionamenti

Il 17 ottobre scorso, i militari della Stazione carabinieri di Belvedere Spinello hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal gip del Tribunale di Crotone su richiesta della locale Procura della Repubblica, dei due depuratori comunali insistenti in agro del comune di Belvedere di Spinello.

L’operazione recepisce le articolate e complesse attività investigative svolte dall’Arma anche con l’ausilio dell’Arpacal di Crotone – in sede di sopralluogo – che hanno permesso di accertare l’invasione di una vasta estensione del territorio comunale da parte di acque reflue urbane non trattate dagli impianti di depurazione non funzionanti, che confluivano nel fiume Neto, per l’effetto provocando sversamenti nauseabondi atti a molestare le persone residenti nei pressi dei predetti depuratori.

L’operazione recepisce le articolate e complesse attività investigative svolte dall’Arma anche con l’ausilio dell’Arpacal di Crotone – in sede di sopralluogo – che hanno permesso di accertare l’invasione di una vasta estensione del territorio comunale da parte di acque reflue urbane non trattate dagli impianti di depurazione non funzionanti, che confluivano nel fiume Neto, per l’effetto provocando sversamenti nauseabondi atti a molestare le persone residenti nei pressi dei predetti depuratori.

La segnalazione

In effetti, all’esito della denuncia avanzata da alcuni privati residenti nel marzo 2025 e corredata da analisi di laboratorio, sono stati eseguiti sopralluoghi e campionamenti nei pressi dei due impianti di depurazione, collocati in località Chiusa del Pozzo e Chiarette, che hanno permesso di appurare come, per entrambi oi siti i reflui della rete fognaria, non trattati (e segnatamente carta e feci), si disperdevano nei terreni circostanti (Zona di Protezione Speciale), di lì confluendo nel fiume Neto, determinando pericolo per la saluta pubblica, di uomini e bestiame, per come attestato dagli esiti degli esami batteriologici condotti sui campioni di acque reflue, che evidenziavano la presenza di “escherichia coli ed enterococchi intestinali”.

Le responsabilità

L’attività investigativa intrapresa dai militari operanti, ha consentito di ricostruire, a livello di gravità indiziaria e in attesa dei successivi sviluppi, attesa l’attuale fase di svolgimento delle indagini preliminari, la responsabilità di alcuni rappresentanti e dipendenti dell’amministrazione comunale in ordine ai reati di cui agli artt. 137, comma 11, del D.lg. 3 aprile 2006, n.152, per inosservanza dei divieti di scarico nel suolo e nel sottosuolo e nelle acque sotterrane; alle fattispecie di cui agli artt. 674 (getto di cose pericolose) e 635 comma 2 (danneggiamento) del codice penale.

L’attività dei carabinieri

L’attività si iscrive in una azione investigativa di più ampio respiro inerente al controllo e alla repressione di eventuali illeciti penali connessi alle attività di depurazione nel crotonese, maturata congiuntamente tra il Comando provinciale dei carabinieri di Crotone e la locale Procura della Repubblica, diretta da Domenico Guarascio.

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