Tentata estorsione per i lavori della chiesa, ma l’imprenditore denuncia: due arresti nella Locride

I due uomini si sono presentati più volte nel cantiere di Caulonia, dove erano in corso lavori di ristrutturazione, avanzando richieste di denaro con il pretesto di “aiutare alcune famiglie”

È scattata alle prime ore dello scorso 6 ottobre l’operazione della polizia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, che ha condotto al fermo di due soggetti della Locride accusati di tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso.

Tentativi di estorsione

Tentativi di estorsione

L’attività della Squadra Mobile ha consentito, in breve tempo, di ripercorrere le tappe di quello che è apparso, sin da subito, il più classico dei tentativi di estorsione di ‘ndrangheta, con l’avvicinamento dell’imprenditore e poi la richiesta esplicita del “contributo” per la “gente che ha bisogno”.

Secondo quanto emerso dalle indagini, e fatto salvo il principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva di condanna, i due uomini, il 3 settembre scorso, si sarebbero recati in un’area di cantiere a Caulonia dove erano in corso i lavori di ristrutturazione di una chiesa. Non trovando sul posto il titolare, gli indagati avrebbero manifestato agli operai la necessità di incontralo quanto prima. Informato dell’accaduto dai suoi dipendenti, l’imprenditore ha immediatamente raccontato tutto ai poliziotti della Mobile che, coordinati dalla Dda, hanno subito avviato le indagini. Le richieste di incontro agli operai si sono susseguite fino al 22 settembre, quando i due soggetti hanno fermato per strada il furgone su cui viaggiavano le maestranze, avanzando l’ennesima richiesta urgente di “parlare con il titolare”.

Inizio dei lavori

Da ultimo, nella mattinata del 23 settembre, i due uomini si sono presentati nuovamente al cantiere dove era presente l’imprenditore. I due lo hanno quindi “rimproverato” di aver iniziato i lavori senza “aver bussato da nessuna parte”, chiedendo poi una “mano d’aiuto per un paio di famiglie che non se la passano bene”, quantificando il contributo in 20.000 euro, con uno sconto sulla percentuale, di solito applicata del quattro o cinque per cento, sull’importo totale dei lavori appaltati per ottocentomila euro circa. Identificati i due estorsori, gli investigatori della Questura di Reggio Calabria li hanno deferiti all’autorità giudiziaria che ha ritenuto di dover intervenire con l’emissione del fermo ed i due soggetti sono finiti in carcere.

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