Tirocinanti di inclusione sociale, M5S: Governo stanzi fondi per evitare il collasso

A giudizio dei pentastellati, la scadenza delle misure per i Tis rischia di creare una grave emergenza per lavoratori e Comuni

I portavoce del Movimento 5 Stelle in Calabria, tra cui Davide Tavernise, capogruppo in Consiglio regionale, Pasquale Tridico, eurodeputato, Anna Laura Orrico, deputata e coordinatrice regionale, Vittoria Baldino e Riccardo Tucci, deputati, insieme a consiglieri e assessori comunali, lanciano un appello urgente: “Mancano pochi giorni al 31 luglio, termine ultimo delle misure regionali per i Tirocinanti di Inclusione Sociale (TIS), e questa scadenza rischia di trasformarsi in una vera emergenza sociale per migliaia di lavoratori e per decine di Comuni calabresi”.

Riguardo al percorso di stabilizzazione proposto dalla Regione Calabria, i firmatari sottolineano: “Si basa su un contributo una tantum di 54 mila euro a lavoratore, con una copertura limitata a quattro anni, finanziata con fondi europei e contratti in categoria A. Il resto delle risorse, però, ricade sulle casse dei Comuni, molti dei quali non hanno fondi sufficienti o margini per inserire nuovi dipendenti nei loro piani del fabbisogno”.

Riguardo al percorso di stabilizzazione proposto dalla Regione Calabria, i firmatari sottolineano: “Si basa su un contributo una tantum di 54 mila euro a lavoratore, con una copertura limitata a quattro anni, finanziata con fondi europei e contratti in categoria A. Il resto delle risorse, però, ricade sulle casse dei Comuni, molti dei quali non hanno fondi sufficienti o margini per inserire nuovi dipendenti nei loro piani del fabbisogno”.

Un approccio sbagliato

I rappresentanti pentastellati sottolineano altresì che “questo approccio è sbagliato perché divide i territori invece di unificarli in una strategia condivisa. Di conseguenza, alcuni Comuni proveranno a stabilizzare i lavoratori, altri no. Tutti, invece, devono essere messi nelle condizioni di assumere, senza penalizzazioni o obblighi insostenibili”.

Da qui, l’appello al governo Meloni: “Chiediamo con urgenza che l’esecutivo stanzi almeno 50 milioni di euro strutturali per garantire una soluzione equa e duratura. Inoltre, è indispensabile introdurre una deroga specifica ai piani del fabbisogno del personale, perché senza questo passaggio anche i Comuni più volenterosi resteranno bloccati”. I firmatari ricordano anche il lavoro svolto dal Movimento tra il 2019 e il 2021: “In quegli anni abbiamo proposto una soluzione storica per superare il bacino LSU/LPU, approvando sette emendamenti che hanno rappresentato un vero cambio di passo, con fondi nazionali strutturali e l’impegno delle Regioni a integrare le risorse mancanti. È un modello concreto che ha dimostrato come si possa fare”.

Infine, denunciano la situazione attuale: “Oggi la Regione Calabria scarica responsabilità e costi sui Comuni, senza alcun impegno finanziario proprio. È una narrazione costruita per salvare la faccia, ma che rischia di generare l’ennesima frattura sociale. Il Movimento 5 Stelle continuerà a battersi in tutte le sedi istituzionali affinché questi lavoratori non vengano abbandonati. Il tempo è scaduto. Servono scelte politiche nette, risorse certe e un obiettivo chiaro: eliminare tutte le sacche di precarietà, senza slogan e senza scaricabarile”.

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