Una questione di tributi lunga un lustro, una di quelle storie che nei nostri comuni sono spesso all’ordine del giorno, ma che non è facile portare a soluzione perché, a volte, più tempo passa più aumentano i nodi, che poi puntualmente arrivano al pettine, innescando polemiche, vertenze, liti giudiziarie. È quanto, più o meno, sta succedendo a San Calogero, dove sta prendendo quota un confronto a tutto campo che coinvolge l’amministrazione comunale guidata da Giuseppe Maruca, il funzionario dell’area finanziaria Giovanni Baldo, il consigliere di minoranza Sandro Varone e l’ex sindaco Nicola Brosio, che sarebbe stato costretto a tornare in campo per difendere la sua amministrazione dagli attacchi “scarica barile” della maggioranza.
Affido diretto
Riavvolgiamo la pellicola e proviamo a ricostruire la vicenda che sta animando le giornate sancalogeresi. Stando al racconto dell’ex sindaco Brosio, tutto comincia nelle stanze del palazzo comunale il 14 settembre 2020, quando, mentre tutti erano impegnati nella campagna elettorale, il funzionario comunale Giovanni Bruno, in completa autonomia, affida direttamente il servizio di riscossione coattiva a una azienda privata, Area Srl. Una procedura fuori dagli schemi legali, perché tali convenzioni per legge devono passare dall’approvazione del consiglio comunale. I risultati del voto sancivano la vittoria della coalizione guidata da Giuseppe Maruca, che, insediatosi al Comune, non solo non provvedeva né a revocare né a validare l’iniziativa avviata dall’ufficio finanziario, ma nel 2023 consentiva allo stesso funzionario di rinnovare ulteriormente la convenzione, mediante un ulteriore affidamento diretto fino al 31.12.2025.
Il rimedio
Pertanto, “nel corso degli anni”, si legge in una nota dell’ex sindaco, “i cittadini di San Calogero si sono visti recapitare a mano minacciose lettere, con conseguente allarme sociale e ricorso agli avvocati”. Situazione incresciosa che spingeva un cittadino prima a chiedere un accesso agli atti dal quale emergeva la mancanza della necessaria delibera di consiglio comunale per l’affido della riscossione dei tributi alla società Area e, poi, a proporre ricorso. L’iniziativa spiazzava amministrazione e uffici e il consiglio comunale, nel dicembre del 2024, varava una delibera per convalidare l’affido della riscossione all’Area Srl, senza prendere in considerazione la proposta avanzata dal consigliere di minoranza Varone per un rinvio del dibattito consiliare.
Mozione Varone
Durante la discussione del punto, per la minoranza assurdo e inutile, si assisteva a un surreale dibattito in cui il consigliere Varone cercava di convincere la maggioranza a rinviarlo, chiedendo un autorevole parere tecnico anche al fine di tutelare il funzionario che, in ogni caso, aveva agito in perfetta buona fede. La proposta di Varone veniva rigettata e, di converso, il Consiglio, su proposta del consigliere Giuseppe Castagna, delegato al Bilancio, approvava una delibera di convalida anche per evitare di incorrere in danni erariali.
Lo stesso Castagna sottolineava che erano scaduti tutti i termini per i ricorsi e, di conseguenza, i cittadini non avrebbero più potuto far valere le proprie ragioni. Successivamente, il consigliere Varone presentava una mozione tesa a “congelare” le procedure che avrebbero costretto i cittadini a grossi sacrifici. Proponeva anche l’istituzione di un tavolo tecnico per approfondire la questione e metteva a disposizione le prestazioni dell’avv. Francesco Damiano Muzzupappa, che, a titolo gratuito, avrebbe rappresentato i cittadini che non riuscivano a ricevere risposte dagli amministratori e dagli uffici.
Ex sindaco al contrattacco
Anche questa iniziativa veniva sonoramente bocciata e censurata dal primo cittadino che, con risposta scritta, tacciava Varone di populismo. A Maruca faceva eco Castagna, che tentava di far risalire l’origine di quegli atti all’amministrazione precedente. Nei giorni a seguire, l’amministrazione, evidentemente messa all’angolo dalle censure polemiche dei cittadini, con un comunicato sulla pagina Facebook del Comune, velatamente tentava di far ricadere le responsabilità sull’amministrazione Brosio, addirittura minacciando di querela quei cittadini che si permettevano di criticare via social l’operato dell’amministrazione.
Conseguenziale la presa di posizione dell’ex sindaco Brosio che, con un video postato sui social, con allegata tanto di delibera comprovante la realtà dei fatti, rispediva al mittente le accuse e raccomandava correttezza all’attuale maggioranza, prefigurando una débâcle totale alle prossime elezioni per via dello sfascio amministrativo e delle tante promesse mancate. L’ex primo cittadino suggeriva anche un incontro pubblico per approfondire l’ingarbugliata problematica. Tutto lascia pensare che la vicenda sia ancora lontana da ogni possibile soluzione.