False dichiarazioni sui permessi retribuiti, indagate un’infermiera e una docente

Sotto inchiesta due dipendenti pubbliche. Secondo la Finanza, sarebbero stati percepiti illecitamente oltre 17.000 euro. Scatta il sequestro preventivo

Due donne, un’infermiera dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro e una docente di scuola, sono finite al centro di due distinte inchieste condotte dalla Guardia di Finanza di Lamezia Terme e coordinate rispettivamente dalla Procura della Repubblica di Catanzaro e da quella di Lamezia. A entrambe è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari con l’accusa, a vario titolo, di truffa aggravata ai danni della pubblica amministrazione.

Ricostruzioni

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’infermiera avrebbe ottenuto un congedo straordinario retribuito, previsto per l’assistenza a familiari disabili in base all’articolo 42, comma 5, del Decreto Legislativo 151/2001, dichiarando falsamente di dover assistere la madre convivente, affetta da grave handicap. Le indagini, però, hanno documentato che, nel periodo di congedo, la donna si sarebbe allontanata dal lavoro per motivi estranei all’assistenza familiare. In almeno un’occasione, si sarebbe anche concessa una vacanza in crociera. Il danno per l’A.S.P. di Catanzaro ammonterebbe a 1.289 euro, corrispondente alle retribuzioni percepite indebitamente.

170 giorni fuori

Ben più grave, almeno dal punto di vista economico, la posizione della docente. Dopo aver chiesto un permesso retribuito per assistere l’anziana madre, avrebbe trascorso oltre 170 giorni – su un arco temporale di circa otto mesi – al di fuori della Regione Calabria, lontano dal domicilio del familiare da accudire. Anche in questo caso, la Guardia di Finanza ha documentato l’incongruenza tra la richiesta del permesso e la reale condotta della donna. Il profitto illecito stimato supera i 16.000 euro. Su disposizione del gip del Tribunale di Lamezia Terme, è stato eseguito un sequestro preventivo per equivalente a carico dell’insegnante.

L’attività rientra nel più ampio piano di controlli attivati dalla Guardia di Finanza a tutela della spesa pubblica, con particolare attenzione alle frodi nei settori previdenziale e assistenziale. L’obiettivo è garantire che le risorse dello Stato siano effettivamente destinate alle categorie che ne hanno diritto. Come previsto dal Decreto Legislativo 8 novembre 2021, n. 188, le persone indagate sono da considerarsi innocenti fino a eventuale condanna definitiva.

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