Meglio non farsi travolgere dall’ondata social che in questo momento si sta abbattendo nuovamente su piazza Luigi Razza. La foto della pavimentazione saltata (o lesionata da qualche auto, come qualcuno comincia a ipotizzare) è sotto gli occhi di tutti. Può succedere, ma il problema dei cantieri e delle opere pubbliche a Vibo Valentia, dove i vecchi amministratori vantavano di avere appaltato 160 milioni di opere, è più complesso.
In primo piano non c’è solo il gusto (condivisibiule o meno) per quanto realizzato o in via di ultimazione; non c’è solo il modernismo che avanza sul quale si èpuò essere o non essere d’accordo, ma c’è (soprattutto c’è stata) la scarsa attenzione sull’esecuzione dei lavori perché di questo si tratta. Altrimenti, al di là dell’aspetto architettonico le basole non salterebbero, la pavimentazione sarebbe solida anche se per sbaglio ci dovrebbe capitare qualche auto.
In primo piano non c’è solo il gusto (condivisibiule o meno) per quanto realizzato o in via di ultimazione; non c’è solo il modernismo che avanza sul quale si èpuò essere o non essere d’accordo, ma c’è (soprattutto c’è stata) la scarsa attenzione sull’esecuzione dei lavori perché di questo si tratta. Altrimenti, al di là dell’aspetto architettonico le basole non salterebbero, la pavimentazione sarebbe solida anche se per sbaglio ci dovrebbe capitare qualche auto.
Questo problema solleva molteplici interrogativi. Come è possibile che materiali e tecniche utilizzati oggi, teoricamente più avanzati rispetto al passato, non resistano nemmeno al breve periodo? Una delle cause principali può essere ricondotta alla scarsa qualità dei materiali impiegati. Spesso, per contenere i costi, si scelgono soluzioni economiche, a scapito della durabilità. Ma anche la posa in opera gioca un ruolo fondamentale: se non viene eseguita da personale qualificato o secondo le corrette procedure, il rischio di difetti strutturali aumenta notevolmente.
Tutto questo è sfuggito, evidentemente, a responsabili di cantiere, direttori dei lavori e, natualmente, a collaudatori, assessori e così via. Il guaio è che a pagare sono i cittadini, in questo caso i vibonesi.