“Ho presentato un’interrogazione urgente al Presidente della Giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto, in qualità anche di Commissario ad acta per la sanità, in seguito alla tragica morte di S.C., un uomo di 48 anni, sposato e con due figli, avvenuta a San Giovanni in Fiore il 4 gennaio 2025 a causa di gravi ritardi nei soccorsi”. Con queste parole Davide Tavernise, consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle, denuncia l’ennesimo episodio che mette in luce le gravi criticità del sistema sanitario calabrese, in particolare nelle aree montane, dove i servizi essenziali sono spesso compromessi da distanze dai centri ospedalieri, infrastrutture inadeguate e condizioni climatiche difficili.
“Questo drammatico evento – prosegue Tavernise – evidenzia l’urgenza di intervenire sulle falle strutturali del nostro sistema sanitario regionale. L’ospedale di San Giovanni in Fiore, come molti altri presidi nelle aree interne e disagiate della Calabria, vive una condizione di grave depotenziamento. Mancano medici, i reparti sono spesso ridotti al minimo e il diritto alla salute è messo a rischio”.
“Questo drammatico evento – prosegue Tavernise – evidenzia l’urgenza di intervenire sulle falle strutturali del nostro sistema sanitario regionale. L’ospedale di San Giovanni in Fiore, come molti altri presidi nelle aree interne e disagiate della Calabria, vive una condizione di grave depotenziamento. Mancano medici, i reparti sono spesso ridotti al minimo e il diritto alla salute è messo a rischio”.
La ricostruzione della tragedia
Il consigliere regionale ricostruisce i drammatici fatti della notte del 4 gennaio, quando S.C., colto da un malore, è stato trasportato al Pronto Soccorso dell’ospedale di San Giovanni in Fiore. “Qui gli è stata immediatamente diagnosticata una sindrome coronarica acuta, una patologia che richiede un intervento tempestivo. Tuttavia, a causa della mancanza di un medico a bordo dell’ambulanza e dell’impossibilità di attivare l’elisoccorso per scarsa visibilità, il trasferimento all’Ospedale di Cosenza è avvenuto con un ritardo di oltre tre ore”.
Purtroppo, l’uomo è deceduto durante il tragitto, prima di poter ricevere le cure necessarie.
“Questa tragedia – sottolinea Tavernise – non è un caso isolato. È il risultato di un sistema sanitario che non riesce a garantire il diritto alla salute in modo uniforme su tutto il territorio. La situazione del Pronto Soccorso di San Giovanni in Fiore è emblematica: la pianta organica prevede sei medici, ma al momento ce ne sono solo due in servizio. Questa grave carenza di personale ha contribuito al tragico epilogo di una vicenda che, con un’organizzazione sanitaria adeguata, si sarebbe potuta evitare”.
Le richieste a Occhiuto
Davide Tavernise ha quindi rivolto un’interrogazione al presidente Occhiuto, chiedendo quali urgenti provvedimenti intenda adottare per garantire una copertura sanitaria adeguata nelle aree interne, con particolare riferimento all’ospedale di San Giovanni in Fiore.
“Non è accettabile che nel 2025 si muoia ancora per mancanza di soccorsi tempestivi. Chiedo al presidente della Regione quali iniziative intenda intraprendere per migliorare l’organizzazione sanitaria nei presidi delle aree montane e garantire un servizio di emergenza-urgenza all’altezza delle necessità dei cittadini”.
Tra le proposte avanzate da Tavernise vi è la possibilità di prendere come modello di riferimento l’ospedale Morelli di Sondalo, in Valtellina, una struttura situata in un comune montano di circa 4.000 abitanti che è riuscita a integrare cure primarie e servizi specialistici, potenziando le risorse esistenti e incentivando l’arrivo di personale medico.
“Bisogna garantire a tutti i cittadini, anche a quelli che vivono in aree più isolate, il diritto fondamentale alla salute. È necessario dare piena attuazione al Decreto Ministeriale n. 70/2015, che prevede per i presidi montani specifiche discipline mediche e servizi adeguati. L’ospedale di San Giovanni in Fiore deve essere potenziato e valorizzato, non lasciato morire lentamente, perché senza un’assistenza sanitaria di qualità, è la vita delle persone che viene messa a rischio”.
Conclusione
“Quello che è accaduto a San Giovanni in Fiore è inaccettabile. Non possiamo più permettere che tragedie simili si ripetano. La salute è un diritto fondamentale, sancito dalla nostra Costituzione, e deve essere garantito a tutti, senza distinzione tra cittadini di serie A e cittadini di serie B. Chi vive nelle aree montane della Calabria deve poter contare su un sistema sanitario efficiente, in grado di intervenire tempestivamente in situazioni di emergenza”.
Tavernise conclude con un appello alle istituzioni regionali: “Intervenire subito per garantire una sanità degna di questo nome è un dovere morale e politico. La Calabria non può permettersi altre vittime a causa di un sistema sanitario al collasso. Non possiamo e non dobbiamo più accettare che qualcuno muoia per la mancanza di un medico o di un’ambulanza adeguata”.