Vent’anni di stop allo sviluppo: “Prospettive Comuni” punta il dito contro la concessione a Meridionale Petroli

La nuova associazione mette subito al centro lo sviluppo turistico e chiama politica e istituzioni a una scelta definitiva: dire no ai vent’anni di concessione a Meridionale Petroli e avviare davvero la rigenerazione della costa

La battaglia sul futuro di Vibo Marina entra in una nuova fase. A scuotere l’immobilismo che da anni grava sulla trasformazione della costa arriva Prospettive Comuni, la neonata associazione civica fondata da Giovanni Russo, Vincenzo Bruni, Vincenzo De Filippis – già assessori al Comune di Vibo Valentia – insieme a Romano Mazza e Salvatore Pronestì. Una partenza che non lascia spazio a equivoci: la richiesta di rinnovo ventennale della concessione per i depositi costieri di Meridionale Petroli è considerata un colpo mortale per le ambizioni turistiche di Vibo Marina.

Una scelta decisiva

Una scelta decisiva

Nel comunicato diffuso dai fondatori, il quadro è netto: “Vibo Marina – scrivono – si trova davanti a una scelta decisiva per il proprio futuro”. La presenza degli impianti industriali incastonati nel cuore della cittadina “rappresenta un ostacolo evidente alla piena valorizzazione della vocazione turistica del porto e del waterfront”. Una concessione di altri vent’anni, avvertono, “congelerebbe ogni ipotesi di sviluppo per un’intera generazione”, scoraggiando investimenti, frenando l’occupazione e compromettendo l’immagine stessa del territorio.

Turismo bloccato

La posizione dell’imprenditore Francesco Cascasi – che da anni investe nella nautica e nell’ospitalità – è richiamata dagli stessi promotori: “Una concessione ventennale significherebbe condannare Vibo Marina all’immobilismo fino al 2045”, ha ricordato Cascasi. E la domanda, per l’associazione, è tanto semplice quanto inquietante: chi investirebbe in turismo nautico, ristorazione, alberghi, servizi, con serbatoi e vincoli di sicurezza al centro dell’immagine del porto?

Indirizzo già votato

Il nodo politico è altrettanto chiaro. Il Consiglio comunale ha già espresso, con voto unanime, la volontà di delocalizzare i depositi. Ma, denunciano i fondatori, manca il passaggio decisivo: trasformare quell’indirizzo in un cronoprogramma operativo, con tempi certi e scelte conseguenti. In tutta Europa – ricordano – i processi di rigenerazione costiera hanno seguito un principio semplice: separare le funzioni industriali da quelle turistiche e urbane, restituendo il mare alla città.

Occasione irripetibile

La delocalizzazione, quindi, non è solo un tema urbanistico. È una scelta strategica, un atto politico: significa difendere l’interesse pubblico, garantire sicurezza, attrattività e creare nuove opportunità di lavoro. Il progetto turistico-nautico delineato dagli operatori del settore potrebbe generare centinaia di posti, tra occupazione diretta e indotto, trasformando Vibo Marina in una vera porta d’ingresso del turismo calabrese.

Dalle parole ai fatti

Il messaggio finale dell’associazione è un appello e, insieme, un avvertimento: “Il futuro di Vibo Marina dipende dalle decisioni di oggi. È tempo di passare dalle parole ai fatti”. Perché senza una scelta chiara – e senza il coraggio di farla – l’ennesima occasione rischia di perdersi per altri vent’anni. E questa volta, forse, sarebbe la volta definitiva.

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