Via Vespucci tra lavori e Meridionale Petroli, la strada ora rischia la chiusura

Il progetto modificato più volte. Gli interventi effettuati sulla condotta dell'Eni: Vibo Marina continua a vivere sotto la scure del pericolo

Quando la stagione estiva e turistica sta per iniziare, Vibo Marina si ritrova a fare i conti con un paradosso urbanistico e politico che ha il sapore dell’assurdo. Via Amerigo Vespucci, una delle arterie più frequentate del lungomare vibonese, si trasforma improvvisamente da risorsa in problema, da vetrina del turismo e della movida a zona di cantieri e pericoli per via della presenza di Meridionale Petroli. La strada rischia pesanti restrizioni se non addirittura la chiusura.

Iniziati come interventi di riqualificazione, i lavori su via Vespucci promettevano marciapiedi più ampi, un nuovo volto urbano e una piantumazione di otto cycas. Un progetto che, sin da subito, ha sollevato le forti proteste di operatori turistici, residenti e bagnanti soprattutto per le ripercussioni su mobilità, tagli pesanti di posti auto, sicurezza e vivibilità dell’intera zona.

Lavori sulla condotta Eni

I lavori si svolgono addirittura sulla delicata condotta dell’Eni, infrastruttura strategica per il trasporto di carburante dalle petroliere che arrivano e attraccano al porto ai depositi costieri ubicati alla periferia di Vibo Marina. Un azzardo di non poco conto; un “dettaglio” che dovrebbe consigliare estrema cautela ma che invece viene trattato con superficialità. Si vocifera di modifiche in corsa al progetto, forse indotte dalle pressioni dei cittadini e degli operatori economici, ma nessuna conferma ufficiale è ancora arrivata dalla sezione Lavori pubblici di palazzo Luigi Razza, dal responsabile del procedimento, dal direttore dei lavori o dallo stesso assessore Salvatore Monteleone.

Un doppio danno

Nel frattempo, il danno è doppio: i parcheggi sono stati pesantemente ridimensionati, aumentando il disagio per residenti e operatori a cominciare dal Lido Balneare La Rada, tra i più rinomati della Calabria. A ciò vanno aggiunti possibili restrizioni sul piano della sicurezza imposte, paradosso dei paradossi, dallo stabilimento di Meridionale Petroli, che affianca il lungomare Vespucci, qualche mese fa finito sotto sequestro per inquinamento; da tutti considerato una vera e propria bomba ad orologeria. Un impianto la cui concessione è in scadenza, ma sulla cui delocalizzazione – già votata in Consiglio comunale – l’amministrazione sembra aver premuto il tasto “pausa”.

Il turismo solo a parole

Mentre il Comune predica turismo e sviluppo sostenibile, nei fatti tutela inquinamento, pericoli e immobilismo. Nessuna certezza su un piano di rilancio della zona, nessuna garanzia per gli operatori turistici, balneari e della ristorazione che, a stagione già iniziata, si trovano a dover rivedere – o rinunciare – ai propri investimenti.

Molti imprenditori parlano apertamente di fallimento programmato, di un’amministrazione che di questo passo non che arrivare ad affossare il potenziale turistico della città in nome di progetti confusi, scollegati dal contesto reale e dalle esigenze del territorio. Il risultato? Un lungomare trasformato in un cantiere e quando tutto sarà finito il risultato più evidente è che i villeggianti scapperanno e le attività economiche costrette a licenziare o chiudere.

Spreco di risorse

Lo sperpero di risorse pubbliche, aggravato da continue modifiche del progetto in corso d’opera, è solo la punta dell’iceberg. Il nodo politico è più profondo: si può ancora parlare di visione strategica, quando ogni decisione sembra scollegata dalla precedente, ogni intervento peggiore di quello che va a sostituire? Via Vespucci diventa così il simbolo di un’amministrazione che dice turismo ma fa cemento; che parla di futuro ma agisce nel disordine; che punta alla delocalizzazione dei depositi ma non prende decisioni. A pagare, come sempre, sono i cittadini.

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