Vibo, “Il Cenacolo degli Inquieti” accende i fari sulle tradizioni popolari calabresi

Nell'ultimo incontro spazio alle tradizioni religiose in una serata coinvolgente

Un formidabile pensatoio di ascolto, studio e ricerca. L’intesa si è rivelata un momento magico, favorito da un sistema inedito di coinvolgimento che ha permesso l’incontro di persone accomunate dall’amore per la cultura, la storia, l’ambiente e, più in generale, per tutto ciò che appartiene al mondo della conoscenza e dell’approfondimento.

Era il 2016 quando, ritrovandosi quasi per caso, un gruppo di liberi pensatori decise di darsi un nome originale e affascinante: Il Cenacolo degli Inquieti. Un’identità subito condivisa e fatta propria, senza tentennamenti, da chi sentiva forte dentro di sé il bisogno di mettersi in gioco, offrendo esperienze e passioni in un percorso collettivo di crescita. Un’idea di impegno sociale che, nel tempo, ha trovato forma in una serie di incontri diventati veri appuntamenti culturali, attesi e partecipati. A coordinare le attività del gruppo è Pierluigi Lo Gatto, medico dentista, dotato di una spiccata capacità organizzativa. A lui il compito, ogni volta, di aprire una pagina nuova: incontri mensili che spaziano nei temi grazie all’estro e alla sensibilità dei soci o degli ospiti, dando spazio a chi condivide con gli altri saperi, esperienze, passioni, relazioni e riflessioni.

Il Cenacolo degli Inquieti continua a incuriosire e coinvolgere perché vive dello sforzo creativo di chi sceglie di donare il proprio sapere in modo generoso, autentico. Storie personali, progetti, percorsi professionali o anche semplici curiosità si trasformano in narrazione viva, capace di attrarre e stimolare il dialogo. Nell’ultimo incontro, ospitato negli spazi del Gargantua di Sant’Onofrio, la serata si è tinta dei colori delle tradizioni popolari, con un tema quanto mai attuale e profondo: “Tradizioni religiose calabresi: feste popolari o profonde radici simboliche?”.

A confrontarsi sul palco, studiosi e narratori esperti: Giuseppe Costa di Maierato, Pino Portaro, Franco Luzza, storico di Dasà, Rocco Longo di Maropati e Peppe Topa di Palmi. I filmati proiettati – ricchi di immagini, ritmo e contenuti – hanno raccontato con grande efficacia la forza evocativa delle feste religiose calabresi, rivelando ciò che si cela dietro ogni rito e rappresentazione. Tra tutti, ha colpito in particolare il video dedicato alla “Processione della Vara” di Messina e alla “Processione della Varia” di Palmi – quest’ultima riconosciuta come primo patrimonio immateriale dell’Unesco in Calabria – presentato con passione dallo stesso Peppe Topa. Una serata intensa, partecipata, dove la cultura ha incontrato il racconto popolare, in una delle tante occasioni in cui il Cenacolo degli Inquieti riesce a fare della curiosità uno strumento di condivisione, confronto e crescita collettiva.

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