Vibo Marina, fallita l’industrializzazione si punta sul turismo

Il suggerimento da parte degli operatori del settore e dei residenti che invocano piccole azioni concrete e attuabili

L’attività turistica potrebbe contribuire alla rinascita di Vibo Marina. Lo ribadiscono da sempre i residenti, ma anche molte associazioni del territorio, tra cui la Pro loco, guidata da Enzo De Maria e “Marea”, il cui responsabile è Domenico Schipilliti. Ma mentre nei principali centri turistici italiani la programmazione per la prossima estate è già iniziata, a livello locale si ragiona ancora  su come promuovere la cultura dell’accoglienza, utile a interagire con i turisti da attori della località, non spettatori del turismo. Non serve presentare il libro dei sogni, secondo gli operatori del settore, ma proposte attuabili, azioni concrete che mirino a promuovere il territorio ed  a fornire servizi. Il turismo è la più grande attività produttiva mondiale non strumentale, con un alto valore aggiunto. Il litorale vibonese avrebbe tutte le carte in regola per accogliere utenza italiana e straniera almeno sei mesi all’anno e invece arranca. “Si riesce a vendere bene il prodotto a Rimini, dove il mare non è il massimo – commentano alcuni addetti ai lavori – tanto più dovremmo esserne capaci a Vibo Marina, dove le spiagge sono molto più belle”. Ma  i nodi da sciogliere non sono pochi, a partire dalla riqualificazione dell’area portuale, per finire alla viabilità e ai trasporti. A soffermarsi su quest’ultimo capitolo, la scorsa estate, era stato il presidente della sezione turismo di Confindustria-Vibo, Gianfranco Comito, il quale aveva ribadito che il turismo ha bisogno di avere diversi tipi di accessibilità, a partire dai collegamenti, considerato che le arterie viarie  versano in uno stato di totale degrado.  Ma come si può fare turismo in un territorio in cui sono chiuse le biglietterie, sia dello scalo ferroviario di Vibo Marina,  che di Vibo Pizzo? Come rilanciare il territorio se la depurazione è un nodo ancora da sciogliere ? E come potenziare i flussi turistici ad una latitudine in cui i trasporti sono fermi all’anno zero? “Per riempire gli alberghi – commentano gli operatori del settore – non bastano gli eventi, ma serve un pacchetto di servizi basilari che nel nostro territorio manca. È inconcepibile che durante i weekend estivi le farmacie del litorale restino chiuse e che un turista debba recarsi in altri Comuni per acquistare i farmaci. Così come è inconcepibile che non ci sia un poliambulatorio medico o una postazione di primo soccorso”. Ciò che gli imprenditori del comparto chiedono da anni è l’istituzione di una cabina di regia dedicata, che deve costituire il primo passo  obbligato per non disperdere le risorse, affiancare gli operatori e tracciare le direttrici  lungo le quali far ripartire la filiera. In realtà, per gli operatori turistici, “senza la costituzione di una rete che metta insieme Istituzioni, imprenditori, Istituti di credito ecc. non si va da nessuna parte”.

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