Vibo Valentia, mezzo quartiere senza acqua potabile da circa un mese

Vibrate proteste dei cittadini perchè dall'emanazione dell'ordinanza sindacale che ne vietava l'uso non sono stati ancora risolti i problemi

Se qualcuno volesse scoprire perché la rabbia viene sempre dipinta col nero non perda tempo sul vocabolario o su Internet. Basta andare in via S. Aloe (da via De Gasperi a via XXV Aprile), via Emilio Sacerdote, via Antonio Assisi, via Filippo Polistena oppure in via Leone e chiedere alle persone residenti se con l’acqua in casa va tutto bene. Il significato dell’espressione “incavolati neri” sarebbe subito ben chiaro. Imprecazioni e proteste vanno a due soldi. E la fine del calvario non sembra essere dietro l’angolo.

Eccessiva presenza di batteri

Dallo scorso 17 gennaio, infatti, nelle abitazioni di mezzo quartiere, dai rubinetti non sgorga più acqua potabile, ma solo acqua carica di batteri coliformi, escherechia coli o ammonio. Una presenza oltre i limiti di legge tanto da costringere il sindaco Enzo Romeo ad emanare un’ordinanza per vietare, “nelle more dell’attuazione dei necessari interventi per rientrare nei parametri”, le risorse idriche “per uso alimentare, igiene della persona, igiene orale, lavaggio oggetti per l’infanzia (biberon, contenitori pappe, ecc.), lavaggio e preparazione alimenti, lavaggio stoviglie o utensili da cucina e apparecchiature sanitarie”. Tanto per essere chiari, “l’acqua può essere usata solo per la pulizia della casa e per il funzionamento degli impianti sanitari”!

I disagi

Quali possano essere i disagi per gli abitanti dell’ampia zona interessata è facilmente immaginabile, ma va rimarcato che le difficoltà aumentano per gli anziani, i disabili e per tutti quelli che hanno problemi economici e sono costretti a rifornirsi d’acqua nei negozi sostenendo spese non indifferenti. Non sono pochi quelli che vanno alla ricerca di fontane pubbliche sicure per rifornirsi. E questo perché nelle vie soggette alle disposizioni contenute nell’ordinanza sindacale non si sarebbero viste neppure le autobotti che, in simili situazioni, servono ad attenuare i disagi. La gente, peraltro, non riesce a spiegarsi il perché dei ritardi nella riparazione di quegli inconvenienti che, per come riportato nell’ordinanza, il Servizio idrico integrato avrebbe dovuto eliminare “con la massima urgenza”.

Momento difficile

Insomma, per Vibo città non è decisamente un bel momento. Infatti, non si tratta soltanto di dover fare i conti con la probabile chiusura di tre reparti dello Jazzolino e, quindi, con gli enormi disagi che ne deriverebbero alla popolazione per la difficoltà di accedere alle cure per la salute. C’è anche lo sconcertante problema dei rubinetti che portano nelle case solo acqua buona per far funzionare gli impianti sanitari. Per tutto il resto, c’è l’acqua minerale. A prezzi salati e con l’Iva al 22%. Perchè evidentemente da chi ci governa non viene ritenuta un bene di prima necessità.

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