Ci sarà un secondo processo e questa volta davanti alla Corte d’Assise di Catanzaro. La violenza sessuale e gli abusi prolungati di un anziano di 72 anni sulla nipotina avranno ancora un seguito perché il Tribunale collegiale di Vibo Valentia (presidente Tiziana Macrì, a latere Brigida Cavasino e Alessio Maccarone) dopo avere valutato i fatti per quanto di sua competenza, arrivando a condannare l’uomo a 16 anni e 5 mesi di reclusione (un anno in più di quanto addirittura chiesto dalla pubblica accusa al termine della sua requisitoria) ha ravvisato gli estremi per un nuovo processo.
La Corte d’Assise, infatti, dovrà occuparsi degli episodi di violenze sessuale che la piccola ha subito nel periodo di età antecedente ai dieci anni, mentre per le squallide vicende dei mesi successivi (dopo il compimento del decimo anno di età) il verdetto è stato emesso già dal Tribunale.
Accuse ai familiari
Accuse ai familiari
Una storia raccapricciante che, secondo quanto accertato dagli inquirenti, si sarebbe consumata tra le mura domestiche in una paesino del Vibonese dalla fine del 2018 al 2022. Quasi quattro anni di calvario per la piccola e per una intera famiglia, con i genitori finiti anche loro sotto processo con l’accusa di non avere impedito all’orco di approfittare della piccola. Una vicenda dolorosa di fronte alla quale l’avvocato Ketty De Luca ha smontato l’ipotesi accusatoria, arrivando a rimuovere quella valanga di vergogna che in un primo momento era stata riversata sui genitori della minore e sulla nonna.
Camera di consiglio
I giudici, infatti, al termine di una lunga camera di consiglio hanno emesso il loro verdetto di assoluzioni con motivazioni differenti: per non aver commesso il fatto e relativamente a qualche circostanza perché il fatto non costituisce reato. Un sospiro di sollievo, non solo per i familiari della piccola, ma anche per l’avvocato Ketty De Luca che ha sempre creduto nella loro innocenza anche se, per centrare questo obiettivo, il lavoro per costruire in dibattimento il castello probatorio finalizzato alla dimostrazione della loro estraneità alle dolorose vicende non è stato facile.
L’orco allontanato
Una storia quasi surreale di fronte alla quale i genitori della bimba in un primo momento neanche credevano e nonostante ciò avevano provveduto ad allontanare l’orco (che viveva nella loro stessa casa) dopo continui litigi, discussioni e anche delle vere e proprie aggressioni; mentre, successivamente, per poterlo incastrare hanno realizzato dei video poi offerti all’autorità giudiziaria.
Ma a squarciare il velo di incertezze in maniera definitiva sulla vicenda è stata la maestra della piccola. E’ stata lei di fatto a recarsi alla polizia per raccontare le sue sensazioni, le confessioni della piccola. L’insegnante prima di ogni altro si era accorta della tristezza della ragazzina, taciturna e quasi sempre distaccata dai compagni. Scattate le indagini, i genitori si sono fatti avanti e tirando fuori i video che testimoniavano gli abusi e così il calvario della piccola è finito anche se non ci sarà mai nessun tribunale, nessun giudice, a cancellare per sempre dalla sua memoria quegli orrendi episodi.