La musica come resistenza e memoria: all’Istituto Capialbi un viaggio tra Shoah e Nakba (foto)

La scuola riflette sulla storia attraverso arte e testimonianze, esplorando il ruolo della musica nei campi di concentramento, nei territori palestinesi e nei campi profughi

Il 27 gennaio 2025 si è svolto un evento molto significativo organizzato dal Comitato Diritti Umani dell’Istituto Vito Capialbi dal titolo “L’antisemitismo tra Shoah e Nakba: la musica nei campi di concentramento, nei territori palestinesi e nei campi profughi”. L’incontro, coordinato dalla studentessa Elisa Greco della classe 4 BSU, ha visto la partecipazione di numerosi studenti, docenti e ospiti speciali, con l’obiettivo di riflettere sull’importanza della memoria storica e dell’arte come strumenti di sensibilizzazione.

Programma

Programma

Il programma ha avuto inizio con una suggestiva introduzione musicale, eseguita dall’orchestra diretta dal M° Diego Ventura, che ha subito catturato l’attenzione del pubblico; si trattava della famosa canzone Gam Gam ispirata al salmo 23 della Bibbia e che veniva fatta cantare ai bambini che dalle baracche dei campi di concentramento venivano condotti ai forni crematori. A seguire, è stata presentata una coreografia intitolata “Dove eravamo”, un laboratorio coreografico della classe 5 AC progettato e guidato dal M° Gabriella Cutrupi, che ha combinato danze e musiche originali del Maestro Andrea Massaria, creando un’atmosfera emozionante e coinvolgente.

Il preside, Antonello Scalamandré, ha poi preso la parola per i saluti istituzionali, sottolineando l’importanza di queste iniziative nell’educare i giovani alla comprensione dei diritti umani e della memoria storica. 

Successivamente monsignor Giuseppe Fiorillo, guida spirituale del Comitato, ha portato un messaggio di riflessione e di sostegno spirituale, richiamando l’importanza della solidarietà e dell’empatia in un mondo che spesso dimentica le atrocità del passato.

L’importanza della musica

Il primo momento di riflessione storica è stato il powerpoint a cura degli studenti Dorotea Mendola, Riccardo La Gamba, Giulia Malta, Amalia Carioti e Fulvio Mirile della classe 3ª BSU, dal titolo “La musica nei campi di concentramento”. Gli studenti hanno esplorato come la musica, durante la Shoah, sia stata una forma di resistenza, di ricordo e anche di speranza in un periodo così tragico. 

A intervallare i momenti di riflessione, sono seguiti degli intermezzi artistici: un intermezzo musicale con la partecipazione della classe di canto del M° Giuliana Pelaggi, e una danza dal titolo “Io, tu, la notte”, una composizione della classe 2ª AC accompagnata da musiche originali del M° Francesca Staropoli.

Successivamente, è stato presentato da Amalia Carioti e Giulia Malta, il secondo powerpoint, “La musica palestinese e la West-Eastern Divan Orchestra”, curato da Carol Criseo della 3ª BSU. Questo intervento ha messo in luce come la musica, anche nei territori palestinesi, continui ad essere un potente strumento di unione e di comunicazione, nonostante le difficoltà e le violenze. Si è focalizzata l’attenzione sulla storia del Conservatorio di Gaza, oggi quasi completamente raso al suolo e di cui è rimasto solo un pianoforte a coda, simbolo di speranza; la stessa speranza che promana dalle attività della West-Eastern Divan Orchestra in cui arabi ed israeliani suonano assieme. 

Il momento più emozionante della giornata è stato il collegamento online con Michele Cantoni, violinista italiano residente a Betlemme, che collabora con il coro palestinese Amwaj. Grazie alla tecnologia e al lavoro del tecnico del comitato Igor Campanaro, gli studenti hanno avuto l’opportunità di ascoltare il racconto del Maestro e la sua testimonianza diretta, che ha fatto comprendere quanto la musica possa essere una forza di resistenza e speranza anche in situazioni difficili.

La conclusione

L’evento organizzato dal Comitato Diritti Umani dell‘istituto si è concluso con un intermezzo musicale diretto dal M° Diego Ventura, insieme alla classe di canto del  M° Giuliana Pelaggi, e una coreografia della classe 2ª AC intitolata “Potremmo mai amare ancora?”, ispirata alle emozioni con musiche di Lana Del Rey. 

La professoressa Anna Murmura, coordinatrice del comitato, ha chiuso la giornata sottolineando l’importanza di eventi come questo per sensibilizzare i giovani sulla memoria storica, la pace e i diritti umani.

Un vero successo

L’incontro è stato un successo, non solo per il valore artistico delle performance, ma anche per il messaggio forte che ha trasmesso: musica e danza sono strumenti potenti per educare e unire le persone in nome dei diritti umani. Un grazie speciale alla Prof.ssa Anna Murmura e a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento.

Amalia Carioti – 3ª B Scienze umane

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