Quello che si temeva è accaduto. Sul Sistema Bibliotecario Vibonese è calato il sipario. Inchiesta giudiziaria e debiti da tempo ormai hanno rubato la scena.
Il prestigioso Polo culturale a cui per un decennio è stato legato il Festival leggere e scrive, evento di caratura nazionale, che ha ispirato il programma di Vibo Capitale del Libro e, successivamente, di Vibo Città del Libro, non c’è più. Ad annunciare la fine sono stati pochi volontari rimasti e l’unica dipendente assunta, ma senza stipendio ormai da anni. L’ultimo loro disperato appello era stato lanciato il 20 agosto (lo potete seguire nel video realizzato da Noi di Calabria) quando la politica era in vacanza, pensava al mare. Mentre dentro le mura di Palazzo Santa Chiara, all’ombra del Castello Normanno Svevo, si portavano avanti le ultime attività programmate. Il tutto nel silenzio più assordante.
Il prestigioso Polo culturale a cui per un decennio è stato legato il Festival leggere e scrive, evento di caratura nazionale, che ha ispirato il programma di Vibo Capitale del Libro e, successivamente, di Vibo Città del Libro, non c’è più. Ad annunciare la fine sono stati pochi volontari rimasti e l’unica dipendente assunta, ma senza stipendio ormai da anni. L’ultimo loro disperato appello era stato lanciato il 20 agosto (lo potete seguire nel video realizzato da Noi di Calabria) quando la politica era in vacanza, pensava al mare. Mentre dentro le mura di Palazzo Santa Chiara, all’ombra del Castello Normanno Svevo, si portavano avanti le ultime attività programmate. Il tutto nel silenzio più assordante.
I debiti hanno distrutto tutto. Gestioni scellerate, clientelismo e politica incapace di guidare i processi di crescita ed esercitare i controlli, sono i principali responsabili di questo disastro. Uno schiaffo, un colpo basso per chi ancora credeva nella rinascita di questa città. Eppure alla fonte del Sistema Bibliotecario si sono abbeverati in tanti, la politica di destra e la politica di sinistra. Oggi non c’è più nulla da prendere e allora può chiudere. Sembra quasi tutto previsto, tutto indirizzato verso altri referenti.
Eppure il Sistema Bibliotecario ha accompagnato generazioni, ha accolto scrittori, ha ospitato dibattiti, confronti. Ha aperto le porte alla scuola; i nostri studenti si sentivano a casa.
Ora non c’è più nulla. I Comuni, ma soprattutto la Regione, che in passato ha rappresentato una guida sicura, è sempre più lontana. Tornano alla mente le parole del presidente Occhiuto in campagna elettorale: meglio scegliere un’amministrazione amica. I vibonesi hanno scelto altro e allora non meravigliatevi di nulla, tenetevi il Sistema Bibliotecario chiuso. Si preferiscono le feste, gli eventi, le sagre, i concerti, i vini; portano più voti offrono un’immagine diversa della Calabria; <Sono le cose che spaccano>, dicono quelli che oggi parlano bene. I libri in fondo rappresentano un fastidio, aprono le menti, fanno crescere le coscienze e tutto questo non aiuta la politica, non aiuta chi governa. Disturba i manovratori.
Questo il disperato appello delle volontarie, lanciato il 20 agosto 2024