Cava romana, colonne e vasi sotto la lente dei geologi: mai vista tanta bellezza (video)

Docenti universitari ed esperti emetteranno il loro verdetto nella prossima primavera. Il Comune di Nicotera prende impegni: faremo la nostra parte

Il sole irrompe tra le nuvole, spazza via la paura della pioggia e il serpentone di visitatori radunatisi nel piazzale stazione si dirige verso la cava romana che dalla collina sottostante lo scalo ferroviario incombe su Nicotera Marina. Si cammina per qualche centinaio di metri fiancheggiando filari di ulivi, poi, d’improvviso, si schiude lo spettacolo del sito geoarcheologico che sembra scivolare sulla Marina.

Lo spettacolo del mare sferzato dal maestrale, con onde maestose che s’infrangono sull’arenile, rende ancora più suggestiva la location. Lo stupore si legge negli occhi del prof. Rosolino Cirrincione, responsabile del Dipartimento di Scienze biologiche dell’Università di Catania, e della prof.ssa Rosalda Punturo che lo accompagna e che non esita ad affermare: “Mai vista una cava cosi bella e così ricca di reperti”. Affascinati anche i docenti dell’Università di Marsiglia quasi increduli di fronte allo spettacolo che si offre ai loro occhi.

Lo spettacolo del mare sferzato dal maestrale, con onde maestose che s’infrangono sull’arenile, rende ancora più suggestiva la location. Lo stupore si legge negli occhi del prof. Rosolino Cirrincione, responsabile del Dipartimento di Scienze biologiche dell’Università di Catania, e della prof.ssa Rosalda Punturo che lo accompagna e che non esita ad affermare: “Mai vista una cava cosi bella e così ricca di reperti”. Affascinati anche i docenti dell’Università di Marsiglia quasi increduli di fronte allo spettacolo che si offre ai loro occhi.

Lo studio dei reperti

Il geologo Pierre Rochette e l’archeologo Andreas Hartmann-Virnich, assieme ad altre tre collaboratrici, ai docenti dell’ateneo catanese e al geologo Antonio Scrivo in rappresentanza della Soprintendenza Reggio Calabria-Vibo Valentia, sono i primi a scivolare giù per il ripido pendio. Accarezzano con rispetto colonne e vasi che si parano davanti a loro; dagli zaini spuntano fuori metri, macchine fotografiche, quadernoni ed altri strumenti utili a recuperare dati per i loro studi. Il tutto avviene sotto gli occhi pieni di soddisfazione del console del Touring Club di Lamezia, Giovanni Bianco, dei componenti del Dipartimento Cultura dell’Associazione “Difesa diritti del territorio” coordinati dall’avv. Giuseppe Calopresti, del prof. Francesco Cuteri dell’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro e dei rappresentanti dell’amministrazione comunale con in testa il vicesindaco Lorella Destefano, affiancato dall’assessore Marco Vecchio e dal consigliere con delega ai Beni culturali, Pino Leone. Va a tutti loro il merito di aver reso possibile una giornata di studi che appare destinata a riaccendere i riflettori sulla cava romana e sulla storia che l’accompagna, nonché sull’immenso patrimonio di beni culturali sparpagliati sull’intero territorio nicoterese.

La ferrovia attraversa il sito

Stando a quanto asserito dal prof. Cirrincione, che assieme alla prof.ssa Rosalda Punturo e alla prof.ssa Patrizia Fiannacca da anni stanno studiando la cava romana, ci si trova davanti a un sito di enorme importanza storica, il cui granito risale ad almeno duecento milioni di anni fa e potrebbe essere posto a base di percorsi turistici e culturali di grande valenza. C’è di più. Quasi sicuramente la cava si estendeva su un’area molto più vasta e più a monte, ma sarebbe scivolata più in basso a seguito di devastanti fenomeni tellurici. Un ruolo importante nella sua storia è stato sicuramente giocato dalla costruzione della linea ferroviaria avviata nei primi decenni del secolo scorso e che sicuramente corre su un piano realizzato su parte della cava. Non a caso la sua testata si trova a Nord dei binari.

Lo studio di Lellè Solano

Sull’estensione della cava, il Dipartimento Cultura della Ddt sta elaborando un documento mirato a dimostrare, appunto, come la stessa si estendesse su un’area di circa due chilometri. In proposito, il prof. Cirrincione ha affermato che sarà a Nicotera per un altra giornata di studi da dedicare ad altri tipi di rilievi e, in particolare, all’accertamento della vastità del sito. A suo parere, non c’è alcun dubbio che la cava – per come già asserito dal compianto archeologo nicoterese Lellè Solano che per primo ha effettuato uno studio approfondito del sito – non abbia alcuna attinenza col periodo greco e che la stessa sia da collocare, con certezza, tra il I e il IV secolo dopo Cristo.

In primavera il responso

Colonne, vasi ed altre lavorazioni in granito, per come testimoniato anche dai docenti marsigliesi, oggi si trovano sparsi in tutta Italia e anche sulle coste africane, oltre che in Calabria. Il granito nicoterese, rispetto a quello di altri siti, come quello di Parghelia, sarebbe di qualità superiore in quanto decisamente più resistente e, quindi, meno soggetto a rotture e più facile da trasportare. L’esito dei rilievi effettuati durante il sopralluogo conoscitivo nel sito nicoterese saranno resi noti nella primavera del 2025.

L’impegno del Comune

Grande soddisfazione per la presenza a Nicotera del team di studiosi è stata espressa dal console del Touring Club di Lamezia, Giovanni Bianco, e dal vicepresidente della Ddt, Giuseppe Calopresti, nonché dal consigliere comunale Pino Leone, che ha ribadito la piena volontà dell’amministrazione comunale guidata da Pino Marasco a concludere, in tempi brevi, l’iter burocratico per l’acquisizione del terreno privato su cui insiste la cava. Per un quadro informativo completo, si consiglia l’ascolto delle interviste rilasciate dal prof. Cirrincione e dalla prof.ssa Punturo.

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