Al dottor Raffaele Bava, direttore del Distretto sanitario unico, destinatario di una lettera contenente tre proiettili, continuano ad arrivare attestati di stima e solidarietà da parte dei colleghi, nonché del mondo della politica e delle associazioni. Tra questi il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto: “Episodi di violenza e minacce nei confronti del personale sanitario stanno diventando sempre più una grave emergenza in tutto il Paese. Le istituzioni hanno il dovere, in questo delicato momento, di non abbassare la guardia, condannare con fermezza tali azioni e trovare le adeguate soluzioni a un fenomeno così inquietante. Ringrazio il generale Antonio Battistini che alla guida dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia ha fatto e sta facendo un grande lavoro. Il mio auspicio – conclude Occhiuto – è che lo Stato intervenga con più decisione e che faccia sentire la sua vicinanza all’Asp e ai cittadini vibonesi”.
Italia del Meridione
Italia del Meridione
A manifestargli vicinanza anche il responsabile provinciale del movimento politico “Italia del Meridione”, Francesco Arena. “Esprimo – afferma – la più ferma condanna per questo vile gesto, che rappresenta un attacco non solo alla persona coinvolta, ma anche ai valori fondamentali di rispetto, dialogo e democrazia su cui si basa la nostra comunità. Le minacce e le intimidazioni – prosegue – non devono trovare spazio nella nostra società. A chi ha cercato di incutere paura e di destabilizzare con questo gesto inaccettabile, con questa azione ignobile, occorre rispondere con unità e determinazione e con il sostegno a chi, con coraggio e professionalità, continua a lavorare per il bene della collettività”.
Naturalmente “è auspicabile – aggiunge il responsabile Idm – che le autorità competenti facciano rapidamente chiarezza su quanto accaduto e che i responsabili di questo atto vergognoso vengano individuati e puniti con la severità che meritano” E questo perchè “è da condannare con fermezza – conclude Francesco Arena – chi colpisce persone che svolgono il proprio lavoro con dedizione e trasparenza, mettendo al centro il bene comune. Episodi come quello accaduto non solo sono un attacco alla persona, ma minano anche il senso di sicurezza e giustizia che dovrebbe essere garantito a tutti coloro che operano per la collettività”.
Forza Italia e Michele Comito
A fianco di Bava si schiera anche il consigliere regionale e capogruppo di Forza Italia, Michele Comito che parla di “violenza subdola e gravissima da condannare” ed esprime “massima solidarietà al collega medico e amico Raffaele Bava”. Comito parla di “un gesto gravissimo che merita una severa condanna. Al contempo rivolgo al dottore Bava tutta la mia vicinanza. Comprendo il suo stato d’animo, di incredulità e scoramento, ma lo invito ad andare avanti – conclude – ed a continuare a lavorare a testa alta, come ha sempre fatto”.
Francesco De Nisi (Azione)
Stima e vicinanza anche da parte del consigliere regionale, nonché segretario di “Azione” in Calabria, Francesco De Nisi, a cui parere, “la sanità in questa nostra terra non riesce a trovare pace”. Dura la sua condanna per l’intimidazione a Raffaele Bava. “Un gesto incomprensibile, subdolo e cattivo – esordisce De Nisi – che colpisce un già martoriato settore per il quale, anziché remare tutti dalla stessa parte, c’è chi ragiona con la logica dell’oppressore violento e senza scrupoli. L’attacco al direttore Raffaele Bava – continua – come quelli perpetrati ai danni di tutti i professionisti della sanità che ogni giorno sono in prima linea per la tutela della salute dei cittadini, è un attacco a tutto il servizio sanitario nazionale”.
Per De Nisi “si tratta di un gesto inaccettabile che non riuscirà di certo a condizionare il lavoro del direttore Bava, che siamo, invece, certi proseguirà la sua attività con serietà, trasparenza e rigore”. L’esponente di “Azione” invita “a non lasciare soli i manager sanitari» e si dice altresì convinto «del proficuo lavoro delle forze dell’ordine per risalire alla mano di chi, senza scrupoli, ha deciso di porsi, ancora una volta, contro la Calabria e i calabresi”.
