Sigfrido Ranucci a Vibo Valentia, quello che in conferenza non si è detto sul suo libro ‘La scelta’

Altri ne hanno stilato la cronaca, laddove noi ci soffermiamo sulla divulgazione scientifica dei suoi più recenti reportage

La nostra città è stata onorata di accogliere una fra le ultime degne rappresentanze del glorioso giornalismo d’inchiesta italiano, quello pronto a dare la vita per tutelare il bene comune.

Il Comune di Vibo Valentia ha patrocinato l’evento organizzato dall’operatrice culturale Maria Teresa Marzano giovedì 10 ottobre, in cui la cronista Maria Teresa Santaguida ha dialogato con il noto conduttore Sigfrido Ranucci per la presentazione della sua autobiografia ‘La scelta’, nella cornice di Palazzo Gagliardi e alla presenza del sindaco Enzo Romeo e del procuratore Camillo Falvo.

Il Comune di Vibo Valentia ha patrocinato l’evento organizzato dall’operatrice culturale Maria Teresa Marzano giovedì 10 ottobre, in cui la cronista Maria Teresa Santaguida ha dialogato con il noto conduttore Sigfrido Ranucci per la presentazione della sua autobiografia ‘La scelta’, nella cornice di Palazzo Gagliardi e alla presenza del sindaco Enzo Romeo e del procuratore Camillo Falvo.

In un paio d’ore non risulta possibile soddisfare ogni contenuto, perciò ne traiamo l’occasione per focalizzare l’attenzione sulle più dirompenti indagini che il frontman di ‘Report’ ha guidato negli ultimi anni, ricostruite tra le pagine del coraggioso libro.

Il coronavirus

Fin dai primissimi giorni in cui i notiziari iniziavano a parlare del cosiddetto “coronavirus”, battezzato poi ufficialmente Sars-Cov-2, la sua trasmissione si è concentrata sul tema andando sempre a verificare la veridicità delle fonti alla base dei proclami lanciati da figure istituzionali nonché presunte e presunti scienziati “esperti”. Per l’intero periodo “Covid” si è distinta come quasi la sola nel circuito mainstream a fornire un’informazione indipendente e professionale sulla questione.

Già nel febbraio 2020 denunciava l’alta probabilità che in Cina la sindrome da Covid-19 fosse in circolazione da prima del dicembre 2019 e ciò fu confermato dagli studi successivi: il virus, comparso improvvisamente nell’agosto 2019 a seguito di operazioni di ingegnerizzazione, sin da ottobre era partito dall’Asia per diffondersi in tutto il mondo. Ranucci si profuse così nell’approfondimento dei conflitti di interessi in seno all’Organizzazione mondiale della sanità, un tempo ente pubblico ma sempre di più lobby privatistica fuoriuscita dal controllo degli Stati che la compongono.

Fecero scuola i suoi pezzi sul mancato aggiornamento del piano pandemico nazionale, quando ancora si riteneva la suddetta epidemia – o meglio sindemia, da un punto di vista dell’impatto sulla società – una pandemia: doveva essere rivisto costantemente, eppure dal 2010 era rimasto intonso a causa degli scellerati tagli alla sanità. Indimenticabili furono le circolari fantascientifiche del Ministero, totalmente impreparato per rispondere alla sintomatologia di chi contraeva l’infezione; la maggior parte delle morti si dovette a pratiche mediche controproducenti. Ovunque osannate, a dispetto della letteratura di settore, erano le maschere facciali, chiamate “mascherine”, per scoprire in seguito che chi spingeva al loro uso possedeva i giornali che le promuovevano. In quella primavera di moda andavano gli indimenticati tamponi, inadatti per diagnosi singole bensì per fini statistici.

Fu egli a scoperchiare il vaso di Pandora dei legami che correlavano false e falsi specialisti onnipresenti sul piccolo schermo con partiti politici: divennero talmente richiesti da veder gestite le proprie comparsate da agenzie di comunicazione, e in effetti bastava studiarne il curriculum per aver contezza della loro inadeguatezza in materia di virologia.


L’arricchimento perpetuo ai danni della popolazione mondiale

I giochi sporchi di Bill Gates sul versante delle vaccinazioni massive, in contrasto con le indicazioni della vaccinologia, diventarono di dominio pubblico nel maggio 2020 su ‘Report’; un meccanismo perverso di arricchimento perpetuo ai danni della popolazione mondiale. Per finire con l’abnorme questione dei pro-farmaci genici immunomodulanti, dai media denominati “vaccini” nonostante scientificamente non lo siano, inutili per l’immunizzazione e l’abbattimento della contagiosità e oltremodo nocivi per la salute.

Ecco chi è il giornalista: un cane da guardia del potere, non un cane da riporto al suo servizio.

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