Nefrologia e Dialisi, un raggio di sole illumina l’ospedale Jazzolino di Vibo

La dottoressa Ivania Figliano spiega i successi ottenuti nel campo della peritoneale in una struttura che presenta non poche criticità

Non solo disagi, aggressioni, malasanità e carenza di posti letto, ma anche qualche raggio di sole all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. Questa volta ad accenderlo è l’Aned (Associazione nazionale emodializzati) che, numeri alla mano, illumina il reparto di Nefrologia e Dialisi.
“Dai dati ufficiali di settembre 2024 del Centro regionale trapianti, relativi alla gestione di pazienti in dialisi in Calabria, emerge prepotente il risultato positivo del territorio vibonese: 30 pazienti su un totale di 137 esegue dialisi peritoneale contro media regionale e nazionale del 10% circa». A evidenziare questi obiettivi è Maria Larosa, segretaria di Aned Calabria. Per lei, il dato percentuale molto performante «è dovuto al certosino e costante impegno del team nefro-dialitico, superiore al precedente dato del 2023 – che passa quindi dal 18% al 22% di quest’anno – ottenuto dallo stesso team vibonese che, ancora una volta, primeggia tra le aziende calabresi”.

Un argomento, quello della dialisi peritoneale, che rappresenta la nuova frontiera per quanti soffrono di patologie renali. A chiarire i complessi e moderni trattamenti in atto è la dottoressa Ivania Figliano, da sempre impegnata su questo fronte, di ritorno da alcuni congressi medici nazionali e internazionali. La dottoressa Figliano, da alcuni anni, è anche referente del reparto di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia.

Un argomento, quello della dialisi peritoneale, che rappresenta la nuova frontiera per quanti soffrono di patologie renali. A chiarire i complessi e moderni trattamenti in atto è la dottoressa Ivania Figliano, da sempre impegnata su questo fronte, di ritorno da alcuni congressi medici nazionali e internazionali. La dottoressa Figliano, da alcuni anni, è anche referente del reparto di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia.

Dottoressa Figliano, quali sono i vantaggi della dialisi peritoneale rispetto all’emodialisi, soprattutto in termini di qualità della vita per i pazienti?

“Innanzitutto il paziente facendo la dialisi peritoneale non dovrà venire sempre in Ospedale con il rischio di contrarre gravi infezioni; inoltre può fare la dialisi la notte mentre dorme per essere libero tutto il giorno e questo è importante soprattutto per i giovani che lavorano”.

Come si è evoluto nel tempo l’approccio alla dialisi peritoneale e quali sono le innovazioni più significative che lei ha adottato nel suo reparto all’ospedale di Vibo?

“La dialisi peritoneale attualmente utilizza prodotti di ultimissima generazione altamente biocompatibili; inoltre io posso seguire il trattamento del paziente con il mio cellulare in qualunque parte del mondo io mi trovi ed addirittura posso cambiare trattamento dal mio cellulare qualora dovesse esserci qualche problema”.

Quali criteri vengono utilizzati per determinare se un paziente è un buon “candidato” per la dialisi peritoneale?
“La condizione più importante per stabilire se il paziente è idoneo al trattamento della peritoneale è l’igiene: quella personale e dell’ambiente dove dovrà svolgere il trattamento. Sono condizioni necessarie, direi fondamentali”.

In che modo il vostro reparto, che potremmo definire di eccellenza, supporta i pazienti e le loro famiglie nella gestione quotidiana della dialisi peritoneale a domicilio?

“I nostri pazienti hanno tutti il nostro numero personale di cellulare e noi rispondiamo sempre; inoltre esiste un numero verde di supporto anche di notte”.

Può descrivere le tecniche più avanzate o, se vogliamo, personalizzate che utilizzate per migliorare l’efficacia e la sicurezza della dialisi?

“Le ultimissime novità emerse dal congresso nazionale di Riccione, da dove sono rientrata pochi giorni fa, è che le soluzioni utilizzate per il trattamento di dialisi peritoneale sarà sempre più biocompatibile con il nostro organismo quindi una qualità eccellente”.

Quali sono i principali fattori di successo nel trattamento a lungo termine dei pazienti in dialisi peritoneale e quali strategie adottate per prevenire complicazioni?

“La dialisi peritoneale usa una metodica quasi fisiologica; gli scambi avvengono tramite il peritoneo che è una membrana che avvolge gli organi addominali. Non si tocca il sangue; il paziente non va incontro a complicanze, non sta male durante la dialisi e la cosa più importante è che gli rimane la diuresi cosa fondamentale ai fini del trapianto renale”.

Come vede il futuro della dialisi peritoneale nel trattamento dell’insufficienza renale e quali progressi scientifici o tecnologici ritiene avranno l’impatto maggiore nei prossimi anni?

“Ogni paziente ha una card dove noi medici mettiamo tutte le informazioni: le varie sacche che devono utilizzare, i tempi di sosta e la durata; poi il paziente a casa inserisce la card con i nostri dati e procede al trattamento. Il futuro della dialisi è la peritoneale. Il paziente non deve venire in Ospedale, non va incontro a complicanze, sta bene e può continuare a lavorare”.

Ma tutto questo com’è possibile in un ospedale come lo Jazzolino molto spesso al centro delle cronache per aggressioni a medici, sanitari, carenza di personale e strutture non efficienti?

“Guardi quello che lei dice, purtroppo, è la verità. Ma io ritengo che un medico debba pensare a curare i pazienti. Quando ottieni un risultato allora torni a casa soddisfatta stanca, ma sorridente. Non pensi più né alle aggressioni e, tantomeno, ai torti che puoi ricevere. Inoltre, ho la fortuna di lavorare con colleghi speciali, che hanno il senso della squadra. Sono convinta, in qualità di referente del reparto di Nefrologia e Dialisi, che troverò pieno sostegno da parte dell’Azienda per continuare a svolgere questo lavoro insieme a tutti i miei colleghi.”

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