Un Paese a due velocità. Nell’economia dal punto di vista infrastrutturale, e anche sul versante della sanità. Il rapporto Svimez presentano recentemente a Roma conferma una tendenza preoccupante: la Calabria conquista la maglia nera per mortalità infantile, prevenzione e fuga di pazienti al Nord. Il convitato di pietra e l’autonomia differenziata che rischia di ampliare le disuguaglianze interregionali nelle condizioni di accesso al diritto alla salute. Nel 2022 dai 629 mila migranti sanitari (volume di ricoveri) il 44% era residente in una regione del Mezzogiorno. Solo 811 pazienti del Centro-Nord hanno fatto il viaggio inverso.
E’ la Calabria a registrare l’incidenza più elevata di migrazioni il 43% dei pazienti si rivolge a strutture sanitarie di regioni non confinanti. A preoccupare, secondo quanto riferito da Gianfranco Filippelli, coordinatore della rete oncologica della Regione è anche il taglio dei posti letto negli ospedali calabresi per i malati di tumore. Un quadro piuttosto preoccupante che suona come una vera e proprio beffa nel giorno in cui si apprende che la struttura commissariale, sulla base delle decisioni governative, si raddoppia il compenso.
E’ la Calabria a registrare l’incidenza più elevata di migrazioni il 43% dei pazienti si rivolge a strutture sanitarie di regioni non confinanti. A preoccupare, secondo quanto riferito da Gianfranco Filippelli, coordinatore della rete oncologica della Regione è anche il taglio dei posti letto negli ospedali calabresi per i malati di tumore. Un quadro piuttosto preoccupante che suona come una vera e proprio beffa nel giorno in cui si apprende che la struttura commissariale, sulla base delle decisioni governative, si raddoppia il compenso.