Frodi fiscali nell’interesse di un clan di ‘ndrangheta, 25 misure cautelari

Sette persone sono finite in carcere, 12 agli arresti domiciliari e nei confronti di altri 6 è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria

I finanzieri del Comando provinciale di Roma, con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (Scico), stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 25 persone (di cui 7 in carcere, 12 agli arresti domiciliari e 6 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) indagate, a vario titolo, per emissione di fatture per operazioni inesistenti, occultamento e distruzione di documenti contabili, riciclaggio, autoriciclaggio, indebita percezione di erogazioni pubbliche e trasferimento fraudolento di valori.

Tutte le ipotesi delittuose contestate sarebbero state commesse per agevolare l’associazione di stampo ‘ndranghetistico promossa dalla cosca Mazzaferro di Marina di Gioiosa Jonica. Contestualmente, è stato disposto il sequestro preventivo dei beni costituenti il profitto dei reati (quantificato in circa 7 milioni di euro) nei confronti di 5 società di capitali e 17 persone fisiche.

Tutte le ipotesi delittuose contestate sarebbero state commesse per agevolare l’associazione di stampo ‘ndranghetistico promossa dalla cosca Mazzaferro di Marina di Gioiosa Jonica. Contestualmente, è stato disposto il sequestro preventivo dei beni costituenti il profitto dei reati (quantificato in circa 7 milioni di euro) nei confronti di 5 società di capitali e 17 persone fisiche.

Il provvedimento, emesso dal gip del locale Tribunale, costituisce l’epilogo delle indagini coordinate dalla Dda ed eseguite dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria (Gico), nel cui ambito sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati e, in particolare, di taluni imprenditori attivi nella Capitale nella commercializzazione di prodotti petroliferi (carburante per autoveicoli).

In particolare, il clan avrebbe operato attraverso una pluralità di imprese affidate a soggetti prestanome, allo scopo di realizzare le cc.dd. “frodi carosello” all’Iva. I proventi derivanti dall’evasione fiscale venivano poi reinvestiti nel medesimo settore economico, mediante l’acquisizione di ulteriori distributori e depositi commerciali di carburanti. 

© Riproduzione riservata

Ti Potrebbe Interessare

La sala d’attesa da anni nel più totale abbandono con pazienti costretti a rimanere in fila per ore in attesa dei medicinali prescritti
Questi interventi mirano a garantire una migliore gestione delle acque e a prevenire eventuali rischi idrogeologici
Le indagini hanno permesso la ricostruzione dei fatti relativi all’importazione e alla distribuzione di 1000 chili di cocaina, altrettanti di hashish e 173 chili di eroina

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Vibo Valentia n.1 del Registro Stampa del 7/02/2019. Direttore Responsabile: Nicola Lopreiato
Noi di Calabria S.r.L. | P.Iva 03674010792