Lascia strascichi polemici la presenza del ministro agli Affari regionali, Roberto Calderoli, chiamato a Vibo Valentia per l’inaugurazione dell’anno accademico presso l’Istituto di Criminologia, che ha sede a palazzo Gagliardi in un immobile del Comune. Le sue proposte e le sue opinioni sull’autonomia differenziata hanno fatto indispettire soprattutto l’Osservatorio Civico Città Attiva che con una nota esce allo scoperto e prede le distanze della scelta adottata dagli organizzatori, ritenendola del tutto “inopportuna”, visto che proprio Calderoli “è il promotore di una legge fortemente contestata perché chiaramente penalizzante nei confronti del Mezzogiorno: abbiamo già avuto modo di esprimere pubblicamente il nostro dissenso nei confronti di questa legge, ritenendola: una dichiarazione di guerra economica e sociale nei confronti di tutto il Sud Italia”.
La presenza di Calderoli a Vibo, chiamato a spiegare a degli studenti “il roseo futuro che ci riserverà l’applicazione di quella legge, è un’offesa alla nostra intelligenza, e non prevedere un contraddittorio e nemmeno la possibilità di porre domande – osservano i responsabili di Osservatorio Civico Città Attiva -, nemmeno da parte di coloro che si erano regolarmente registrati all’evento, su un argomento così importante per il Sud, ha dato la sensazione dell’ennesima forma di svilente genuflessione davanti al potere, anche quando mostra il suo lato peggiore”.
La presenza di Calderoli a Vibo, chiamato a spiegare a degli studenti “il roseo futuro che ci riserverà l’applicazione di quella legge, è un’offesa alla nostra intelligenza, e non prevedere un contraddittorio e nemmeno la possibilità di porre domande – osservano i responsabili di Osservatorio Civico Città Attiva -, nemmeno da parte di coloro che si erano regolarmente registrati all’evento, su un argomento così importante per il Sud, ha dato la sensazione dell’ennesima forma di svilente genuflessione davanti al potere, anche quando mostra il suo lato peggiore”.
Impossibile intervenire
I rappresentanti della stessa associazione rilevano ancora: “Abbiamo cercato all’inizio di intervenire per chiedere innanzitutto quali interventi ha previsto il Governo per aumentare l’occupazione al Sud, dove lavora una persona su quattro, richiamando anche il dramma dell’emigrazione: un’emorragia sociale che sta lentamente uccidendo la Calabria, Maria Rosaria è con noi ed è venuta da Diamante per protestare e per denunciare che lei, insieme a tantissimi altri, è vittima dell’emigrazione che le ha smembrato la famiglia, privandola della gioia di poter vivere vicino ai suoi figli e di vedere crescere il suo nipotino”.
Osservatorio Civico con Daniela Primerano, Francesca Guzzo e Ornella Grillo rilevano che “forse in tanti ancora non si sono accorti che stiamo per arrivare al capolinea, con l’ultimo treno, perché a partire adesso sono i figli unici, con un biglietto di sola andata. La Calabria sta morendo, e se per fermare quei treni è necessario gridarlo in faccia a calderoli, anche infrangendo qualche regola, affinché la finisca di portare avanti leggi suicide, siamo pronti a farlo, non una, ma cento volte ancora, perché in quel momento stiamo difendendo i nostri figli e tutti i figli del Sud, che hanno il sacrosanto diritto di poter restare, trovando qui, nella Terra dove sono nati, le stesse opportunità che offre il centro-Nord. Diritto da sempre negato ai giovani del Sud e che quella legge tenta di cancellare per sempre, introducendo una nuova forma di razzismo e di discriminazione, basata sul concetto di residenza, assegnando più soldi alle regioni ricche, sulla base di un fantasioso concetto leghista di ‘residuo fiscale’ collegato ai territori e non ai singoli cittadini che pagano uguali tasse in tutta Italia, ma che non usufruiscono degli stessi servizi”.
Monologo noioso
“Tutto si è svolto – si legge nel documento diramato – secondo copione, scontato, monotono, noioso al punto tale che per fortuna molti dei ragazzi presenti, si sono spesso distratti guardando qualcosa di più interessante sul telefonino, sottraendosi in maniera inconsapevole, all’ennesima lezione di educazione alla minorità”.
“La mancanza di un contraddittorio – rilevano ancora i responsabili di Osservatorio Civico – ha impedito di ricordare tante cose a Calderoli, innanzitutto che la predica non può arrivare certo dal suo pulpito riguardo la gestione dei soldi, perché altrimenti dovrebbe innanzitutto spiegare che fine hanno fatto i 49 milioni magicamente spariti dalle casse del suo partito e avrebbe anche dovuto darci le giuste spiegazioni sul Mose, un concentrato di tangenti e corruzione, e sui tantissimi sprechi del Nord, giusto per fare qualche esempio: la pedemontana lombarda e quella veneta, con un buco tale nei conti da tentare in extremis di trovare per quest’ultima un’escamotage per addossare le perdite allo Stato, caricandole quindi sulle spalle di tutti i contribuenti italiani, calabresi compresi.
Avremmo potuto parlare anche del Tav, uno spreco di soldi pubblici che serve per risparmiare 15 minuti nel trasporto delle merci, ma anche del terzo valico dei Giovi, il terzo, appunto, anche lì per risparmiare una manciata di minuti”.
Tante le domande
Per poi arrivare a ricordare che lo stesso ministro avrebbe dovuto “spiegarci come mai l’Autostrada del Sole si è fermata a Napoli e l’Alta Velocità a Salerno, visto che come sappiamo, in Italia paghiamo tutti le stesse tasse, ed avrebbe anche dovuto spiegare perché per la costruzione del Ponte sullo Stretto, Sicilia e Calabria devono contribuire destinando una parte dei Fondi di Coesione, risorse che si badi bene, devono essere ‘aggiuntive’ ma non lo sono mai state, perché di fatto hanno sempre sostituito quelle ordinarie, e non si sono mai sommate ad esse, tant’è che il pacchetto completo, non ha mai superato il 28% di risorse al Sud, molto meno quindi di quel 34% di risorse ordinarie che ci spetta di diritto in base alla popolazione, ed a cui dovrebbero aggiungersi, appunto, i fondi europei. Ciò determina un ammanco nelle casse del Sud di circa 60 miliardi l’anno.
Non posso credere, vista la sua lunga esperienza parlamentare, che il ministro non sappia queste cose, certificate anche dai Conti Pubblici Territoriali”.
Il dramma della sanità
“Un capitolo a parte meriterebbe la sanità, che ci teniamo a sottolineare in Calabria è commissariata dallo Stato da 15 anni, e quindi ha avuto modo di dimostrare ampiamente la propria totale incapacità. A Calderoli avremmo voluto chiedere anche le ragioni per cui le risorse del Fondo Sanitario Nazionale vengono ripartire in base al criterio della popolazione pesata per età, cioè più a lungo vivi, più soldi ti do, e siccome al Sud muori prima, perché hai un sistema sanitario che non ti garantisce equità nell’accesso alle cure e ti costringe ai viaggi della speranza, riceverai meno soldi da investire nella sanità, del resto sei del Sud e la tua vita, si sa, in questo Paese profondamente ingiusto, vale molto di meno: e quindi € 1.671,06 pro capite ai calabresi, € 2.410,89 ad un emiliano, € 2.190,90 ad un veneto ed € 2.004,76 ad un lombardo, in spregio ai principi di equità ed uguaglianza.
Comunque, terminato il monologo – conclude la corposa nota che la firma di Daniela Primerano, Francesca Guzzo e Ornella Grillo – il finale è stato anche peggiore, perchè Calderoli se n’è scappato, evitando di incontrarci all’uscita, con delle finte tra l’entrata principale e quella secondaria, preferiamo non considerarlo un atto di codardia, ma lo prendiamo come un segnale fortemente positivo: la Calabria che alza la testa, fa paura”.