Federica, una vita spezzata troppo presto. Oggi avrebbe compiuto 34 anni. Invece il tempo per lei si è fermato a sedici. Un maledetto blackout in sala operatoria all’ospedale Jazzolino di Vibo valentia, dove era entrata per un intervento giudicato di routine, l’ha fatta scivolare in un coma irreversibile. E’ morta a distanza di pochi giorni nella sala di rianimazione dell’Annunziata di Cosenza.
Una giovane vita spezzata troppo presto, lasciando dietro di sé dolore, rabbia e una famiglia che ancora oggi lotta perché nessuno dimentichi. Il suo nome è stato impresso su una targa che il Comune ha voluto dedicarle a Vibo Marina. Non ci sarà più via Roma bensì, via Federica Monteleone.
Chiunque passerà per quella via leggerà il suo nome e, forse, si fermerà a chiedersi chi fosse: era una ragazza piena di vita, con sogni, passioni e un futuro da costruire. Una giovane come tante, che non ha avuto il tempo di diventare donna.
Via Federica Monteleone non è solo un piccolo segno di giustizia ma anche un tributo per continuare a lottare affinché la sua storia non si ripeta. Perché negli ospedali la sicurezza, l’assistenza e le cure debbono essere la normalità. Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Vibo Valentia, Enzo Romeo, e l’ex assessore regionale alla sanità, Doris Lo Moro, che ha seguito in prima persona quel dramma che sconvolse l’Italia intera.