La notizia della conferma dei lavori per la messa in sicurezza dell’ospedale Jazzolino potrebbe sembrare positiva, ma solleva interrogativi e preoccupazioni. A sollevare il dibattito è il Comitato San Bruno, che critica apertamente la gestione dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia e la scelta di spostare le sale operatorie a Villa dei Gerani.
Secondo il Comitato, questa decisione è difficile da giustificare, considerando che l’Asp di Vibo è già gravata da un debito di oltre 46 milioni di euro. “Perché aggravare ulteriormente il bilancio pubblico – si chiedono i rappresentanti del Comitato – affittando locali privati, quando esistono strutture pubbliche già dotate di sale operatorie e pronte all’uso?”.
Secondo il Comitato, questa decisione è difficile da giustificare, considerando che l’Asp di Vibo è già gravata da un debito di oltre 46 milioni di euro. “Perché aggravare ulteriormente il bilancio pubblico – si chiedono i rappresentanti del Comitato – affittando locali privati, quando esistono strutture pubbliche già dotate di sale operatorie e pronte all’uso?”.
Sale operatorie poco utilizzate
Il riferimento è in particolare all’ospedale di Tropea e al Presidio di zona disagiata di Serra San Bruno, quest’ultimo fornito di sale operatorie nuove ma poco utilizzate. “Si sta forse assistendo a uno spreco di denaro pubblico?”, domandano gli attivisti.
L’attacco del Comitato San Bruno non si ferma qui. La decisione di spostare parte dei servizi ospedalieri in una struttura privata viene letta come un passo verso una progressiva privatizzazione della sanità locale. Un’ipotesi che, in un territorio già colpito da due scioglimenti per infiltrazioni mafiose negli ultimi quindici anni, solleva dubbi sulla trasparenza della gestione sanitaria.
“Perché non si investe nei presidi pubblici locali? – incalza il Comitato – Dobbiamo pensare che questa scelta preluda alla declassificazione dell’ospedale San Bruno da presidio di zona disagiata a semplice struttura territoriale?”.
Il ruolo dei commissari
Le accuse del Comitato si spingono oltre, mettendo in discussione il ruolo della triade commissariale prefettizia che attualmente gestisce l’Asp. Secondo il Comitato, l’operato della gestione commissariale sembrerebbe favorire il settore privato a discapito del pubblico, il che alimenta sospetti anche alla luce del recente scioglimento dell’Asp di Vibo per infiltrazioni mafiose. “Perché non si valorizzano i presidi locali e si preferisce incentivare le cliniche private? – si legge nel comunicato del Comitato – È questa la legalità imposta nella provincia di Vibo Valentia?”.
Possibile declassamento del San Bruno
Le preoccupazioni non si limitano all’aspetto economico. Il Comitato teme che questa decisione possa rappresentare il preludio a un declassamento dell’ospedale di Serra San Bruno, trasformandolo da ospedale di zona disagiata a semplice ospedale territoriale, con una conseguente riduzione delle prestazioni offerte.
Pronta una denuncia
Di fronte a queste criticità, il Comitato San Bruno annuncia azioni concrete: si riserverà di presentare una denuncia alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti per presunto danno erariale. L’obiettivo è far luce su una gestione che, secondo gli attivisti, non garantisce la tutela del diritto alla salute nella provincia di Vibo Valentia e non valorizza adeguatamente le risorse pubbliche già disponibili.