A pochi mesi dalle elezioni amministrative del 2025, il quadro politico di Lamezia Terme è ancora in pieno fermento. Mentre i cittadini attendono di conoscere i volti e i programmi dei candidati che si contenderanno la guida della città, i partiti sono alle prese con strategie, alleanze e, soprattutto, con divisioni interne che potrebbero influenzare pesantemente l’esito del voto. Se il centrodestra fatica a trovare una sintesi tra le sue anime, il centrosinistra appare attraversato da tensioni e spaccature, mentre il centro tenta di ritagliarsi un ruolo chiave nel delicato equilibrio elettorale.
La ricandidatura di Mascaro
La ricandidatura di Mascaro
Nel campo del centrodestra, la figura centrale resta quella del sindaco uscente Paolo Mascaro, che ha espresso chiaramente la volontà di ricandidarsi per proseguire il lavoro avviato. Tuttavia, la sua posizione all’interno della coalizione è tutt’altro che solida. Sebbene abbia recentemente aderito a Forza Italia, il suo rapporto con gli altri partiti della destra resta incerto. Fratelli d’Italia e Lega, infatti, non solo mantengono una posizione di opposizione in Consiglio comunale, ma sembrano intenzionati a giocare una partita autonoma, puntando su un proprio candidato. Fratelli d’Italia, in particolare, vuole affermare il proprio peso politico e potrebbe decidere di lanciare una candidatura alternativa, complicando ulteriormente la possibilità di un centrodestra unito. In questo scenario, Mascaro si trova davanti a un bivio: cercare un accordo con gli alleati tradizionali o correre da solo, forte del consenso personale accumulato durante il mandato. Un’incognita che rischia di frammentare il voto e rendere più imprevedibile il risultato elettorale.
Centrosinistra
Se il centrodestra appare diviso, la situazione nel centrosinistra non è meno complicata. Il Partito Democratico locale è attraversato da una profonda spaccatura sulla scelta del candidato sindaco, una divisione che riflette anche una più ampia crisi di identità del partito. Da un lato, una parte del PD e i Giovani Democratici spingono per la candidatura di Lidia Vescio, considerata il volto del rinnovamento e di un cambio generazionale. Dall’altro, l’ex direttivo del partito resta compatto su Doris Lo Moro, ex sindaco e parlamentare, ritenuta da alcuni l’unica figura in grado di garantire esperienza e continuità amministrativa. Per cercare di sciogliere il nodo, il commissario del PD lametino e segretario provinciale, Domenico Giampà, ha convocato un’assemblea degli iscritti per il prossimo fine settimana, con l’obiettivo di individuare il candidato attraverso una consultazione interna. Tuttavia, questa iniziativa ha già mostrato i suoi limiti: Lidia Vescio ha fatto sapere di non voler partecipare all’assemblea, denunciando un clima di costante antagonismo che, a suo dire, renderebbe inutile un confronto democratico e rischierebbe di produrre ulteriori fratture all’interno del partito.La mancata partecipazione di Vescio potrebbe avere conseguenze pesanti per il centrosinistra, che rischia di presentarsi alle elezioni con una leadership indebolita e senza una strategia unitaria.
Il centro prova a emergere
Nel tentativo di proporsi come alternativa alle due principali coalizioni, l’area centrista sta cercando di strutturarsi attorno a un nome condiviso. La Democrazia Cristiana ha recentemente avanzato la candidatura dell’ingegnere Pasquale Materazzo, individuandolo come il profilo più adatto a rappresentare il centro moderato.L’obiettivo dichiarato è quello di costruire una candidatura capace di unire le diverse anime dell’area centrista e, magari, di attrarre altre forze politiche in una coalizione più ampia, così da puntare a una vittoria già al primo turno. Tuttavia, resta da vedere se questa strategia potrà realmente incidere su uno scenario già fortemente polarizzato tra centrodestra e centrosinistra.
Un futuro ancora incerto
Con le elezioni ormai alle porte, lo scenario politico di Lamezia Terme resta dominato dall’incertezza. Se da un lato le divisioni interne rischiano di compromettere la solidità delle coalizioni, dall’altro l’assenza di una chiara visione strategica potrebbe allontanare ulteriormente i cittadini da una politica locale sempre più frammentata e litigiosa.Le prossime settimane saranno decisive per capire se i partiti riusciranno a trovare delle convergenze e a proporre ai lametini un progetto amministrativo credibile. In caso contrario, il rischio è quello di assistere a una competizione elettorale in cui le divisioni interne peseranno più delle idee, lasciando la città in balia di un’incertezza che potrebbe prolungarsi anche dopo il voto.