“È di qualche giorno fa la notizia che il progetto esecutivo del nuovo ospedale di Vibo è stato finalmente licenziato dalla regione ed inviato al comune per il rilascio del titolo abilitativo. Si tratta dell’ultimo stralcio dei lavori che dovranno portare alla conclusione dell’opera entro giugno del 2026. Il Comune avrà due mesi per provvedere ma si prospettano già alcune ombre: si vocifera infatti di alcune osservazioni che il Comune sarebbe pronto a muovere al progetto. Parliamo indubbiamente di indiscrezioni di stampa, è vero, ma in grado di mettere in allarme chiunque abbia cognizione di ciò che potrebbe significare ogni eventuale ritardo”. Lo scrive in una nota Giuseppe Pasquino, commissario provinciale della Democrazia Cristiana.
Il rappresentante centrista prosegue: “Se la regione sembra aver rassicurato il sindaco Romeo, che i 190 milioni di euro disponibili saranno sufficienti per rendere operativo il nuovo ospedale, d’altro canto anche qualche mese di ritardo potrebbe essere esiziale per la consegna dell’opera: il contesto internazionale del momento, con i dazi americani, rischia infatti di far lievitare, e non di poco, i costi della struttura, che, si ricorda, non solo dovrà essere finita a livello edilizio ma anche fornita di tutte le strumentazioni necessarie, come macchinari, sale operatorie, apparecchiature all’avanguardia, che dovranno essere acquistati e messi pienamente in opera. La concessione per la realizzazione dell’opera riguarda infatti un ospedale perfettamente in grado di funzionare”.
Il rappresentante centrista prosegue: “Se la regione sembra aver rassicurato il sindaco Romeo, che i 190 milioni di euro disponibili saranno sufficienti per rendere operativo il nuovo ospedale, d’altro canto anche qualche mese di ritardo potrebbe essere esiziale per la consegna dell’opera: il contesto internazionale del momento, con i dazi americani, rischia infatti di far lievitare, e non di poco, i costi della struttura, che, si ricorda, non solo dovrà essere finita a livello edilizio ma anche fornita di tutte le strumentazioni necessarie, come macchinari, sale operatorie, apparecchiature all’avanguardia, che dovranno essere acquistati e messi pienamente in opera. La concessione per la realizzazione dell’opera riguarda infatti un ospedale perfettamente in grado di funzionare”.
Secondo Pasquino, l’”esperienza dell’ospedale della Sibaritide, che ha avuto necessità di ulteriori finanziamenti, già solo per le strutture murarie, fa dunque temere il peggio in un quadro europeo che vede ormai ingenti risorse dirottate verso la difesa ed il riarmo, anche con l’utilizzo dei fondi di coesione e sviluppo”.
In tale contesto, a giudizio di Pasquino, “non è dunque accettabile nemmeno un giorno di ritardo da parte del comune nel rilascio del permesso a costruire né qualsivoglia rallentamento dell’iter procedurale con richieste di inutili osservazioni. Anzi, si dovrà fare di più. E proprio approfittato dei recenti poteri di protezione civile attribuite dal governo al presidente Occhiuto, che ne ha fatto intelligente ed opportuna richiesta, magari su istanza dell’inutile comitato dei sindaci. Si dovrà richiedere al commissario Occhiuto di intervenire per far eseguire i lavori anche con un turno di notte, per poter essere certi del rispetto dei tempi o addirittura anticiparli, ricordando ai detrattori dei poteri speciali che senza di questi mai e poi mai il ponte di Genova avrebbe potuto avere la luce in soli due anni, tempo che normalmente si impiega in Italia per il solo progetto”.
Questo è quanto il Comitato provinciale della Dc ha deliberato nella riunione di martedì 11 scorso, affinché un’”opera agognata da tempo possa finalmente vedere la luce ed essere pienamente operativa”.