Morte di Francesco Chimirri, concluse le indagini sui familiari della vittima

Nella ricostruzione, gli inquirenti confermano il brutale tentativo di uccidere il vice ispettore della polizia di Stato Giuseppe Sortino

Nella giornata odierna, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo hanno notificato gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei quattro presunti autori della violenta aggressione ai danni del vice ispettore della polizia di Stato Giuseppe Sortino, avvenuta lo scorso 7 ottobre 2024. I destinatari del provvedimento sono i familiari di Francesco Chimirri, deceduto durante l’episodio, e un 25enne crotonese, accusati, a vario titolo, di tentato omicidio aggravato, lesioni personali pluriaggravate, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, porto abusivo di armi e favoreggiamento personale.

L’autorità giudiziaria, con il provvedimento odierno, ha confermato integralmente l’impianto accusatorio emerso dalle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Crotone. L’attività investigativa, condotta dai carabinieri con il supporto del Raggruppamento Investigazioni Scientifiche di Messina, ha consolidato le prove già acquisite, accertando il ruolo di ciascun indagato nella brutale aggressione.

L’autorità giudiziaria, con il provvedimento odierno, ha confermato integralmente l’impianto accusatorio emerso dalle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Crotone. L’attività investigativa, condotta dai carabinieri con il supporto del Raggruppamento Investigazioni Scientifiche di Messina, ha consolidato le prove già acquisite, accertando il ruolo di ciascun indagato nella brutale aggressione.

La ricostruzione della vicenda

Il 7 ottobre 2024, il vice ispettore Giuseppe Sortino, mentre si recava in servizio presso la Questura di Crotone, notò un’autovettura sfrecciare a velocità elevata sulla strada statale 106, causando due collisioni con altri veicoli. Preoccupato per la pericolosità della guida, il poliziotto decise di seguire il veicolo e intervenire.

La vettura si fermò in via Don Giuseppe Puglisi, nel quartiere Lampanaro di Crotone. Qui, Sortino chiese spiegazioni al conducente, identificato in Francesco Chimirri, e a suo figlio. Tuttavia, invece di collaborare, i due reagirono con violenza, aggredendo il vice ispettore. Il pestaggio iniziò con colpi a mani nude e l’uso di uno sfollagente, che Sortino aveva con sé.

Successivamente, altri tre familiari di Chimirri raggiunsero il luogo dell’aggressione e proseguirono con ferocia l’attacco. La violenza fu tale da procurare gravissime lesioni al vice ispettore, che solo per un caso fortuito riuscì a sopravvivere.

Nel corso dell’alterco, Sortino esplose dei colpi di arma da fuoco, uccidendo Francesco Chimirri. A quel punto, uno degli aggressori afferrò la pistola del poliziotto, tentando di sparargli mentre era a terra e in ginocchio, senza però riuscirci.

Le indagini e le prove raccolte

Gli inquirenti hanno ricostruito l’intera vicenda grazie a un lavoro meticoloso basato su: immagini delle telecamere di sorveglianza private, immediatamente acquisite dagli investigatori; video amatoriali pubblicati su TikTok, registrati da testimoni dell’accaduto; testimonianze dirette di chi ha assistito ai fatti; intercettazioni telefoniche, che hanno confermato la dinamica dell’aggressione e il ruolo degli indagati; analisi scientifiche e rilievi tecnici a cura del Ris di Messina.

Le indagini hanno accertato che Sortino si era immediatamente qualificato come poliziotto, ma gli aggressori non si erano fermati, anzi avevano tentato di ucciderlo.

Il coinvolgimento del 25enne crotonese

Oltre ai quattro familiari di Chimirri, è stato notificato un avviso di conclusione delle Indagini anche a un 25enne crotonese, coinvolto in uno dei due incidenti stradali causati da Chimirri poco prima dell’aggressione. Il giovane è accusato di favoreggiamento personale, poiché, pur avendo assistito alla scena, ha omesso di riferire informazioni cruciali agli investigatori, ostacolando le indagini iniziali.

Situazione attuale e sviluppi

I destinatari delle misure cautelari, già arrestati lo scorso 6 dicembre 2024, restano agli arresti domiciliari. La conclusione delle indagini rappresenta un passo decisivo verso il processo, in cui verranno valutate le responsabilità di ciascun imputato.

L’episodio ha destato forte indignazione nell’opinione pubblica, riaccendendo il dibattito sulla sicurezza degli operatori delle Forze dell’Ordine e sulla violenza nei confronti di chi è chiamato a garantire il rispetto della legge.

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