“La struttura di Nicotera potrebbe ospitare sia l’Ospedale di Comunità che la Casa di Comunità dando vita finalmente ad un presidio sanitario in grado di generare risposte adeguate ad un comprensorio da sempre penalizzato”. A sostenerlo è Ernesto Alecci, consigliere regionale del Pd ed ex sindaco di Soverato a conclusione della sua visita alla struttura ospedaliera nicoterese.
Il sopralluogo
Un sopralluogo accurato e una riflessione concreta su quello che potrebbe essere e non è non solo con riferimento al nosocomio nicoterese, ma anche all’intera sanità vibonese. Affiancato da Vincenzo Lentini, consigliere provinciale e presidente del consiglio comunale di Limbadi, nonché da una delegazione dell’associazione ‘Difesa diritti del territorio’ guidata dal vicepresidente Giuseppe Calopresti, Alecci ispeziona la struttura e, alla fine, non nasconde le sue perplessità. “Come si fa – si chiede – a non far funzionare a pieno ritmo una struttura come questa collocata in un’area così strategica?”. Un interrogativo che i residenti si pongono da sempre e che potrebbe avere tante risposte, senza tuttavia approdare a nulla.
Timori per i Fondi del Pnrr
“Nella provincia di Vibo Valentia – continua – la sanità sta vivendo una situazione quanto mai complessa e difficile. Da ogni territorio, sono tante le voci di denuncia che evidenziano carenze e disagi. Il futuro appare sempre più incerto e i ritardi nella realizzazione delle strutture da finanziare con i fondi del Pnrr non fanno che aumentare i timori di trovarsi di fronte all’ennesima occasione sprecata, forse l’ultima”. E tutto questo anche perché, a suo parere, “ai ritardi, a volte, si accompagnano anche delle scelte poco lungimiranti da parte della governance sanitaria, effettuate a tavolino, senza una reale valutazione delle strutture presenti, della composizione dei territori e delle conseguenti esigenze dei cittadini”.
Ospedale di Comunità
L’ex sindaco di Soverato punta il dito contro una situazione “alquanto confusa e rivedibile intorno alla riqualificazione dei presidi ospedalieri di questo comune e della vicina Tropea” per i quali, nel Piano della rete ospedaliera, è prevista la nascita di una Casa di Comunità all’interno dell’ospedale di Nicotera e di un Ospedale di Comunità all’interno dell’ospedale di Tropea, con una scelta da parte dell’Asp e della Regione che appare tutta da decifrare. “A questo punto, con una spesa piuttosto contenuta – propone l’esponente del Pd – si potrebbe decidere di realizzare l’Ospedale di Comunità proprio all’interno del presidio di Nicotera. Anche perché la scelta dell’Asp di realizzare la struttura a Tropea non è mai stata totalmente condivisa da cittadini e associazioni tropeani, che hanno ripetutamente e pubblicamente espresso il loro dissenso ritenendo la nuova struttura per nulla consona agli interessi del territorio”.
Nicotera come Soriano
Ai cittadini tropeani, giustamente, interessa solo e soltanto l’attivazione del loro ospedale di zona per come previsto dall’Atto aziendale. L’Ospedale di Comunità potrebbe tranquillamente essere realizzato a Nicotera il cui comprensorio ne ha effettiva necessità. Se cosi fosse, “a Nicotera, come già previsto per il comune di Soriano – commenta il consigliere del Pd – si potrebbe dare vita, invece, ad una struttura unica ospitante Ospedale di Comunità e Casa di Comunità, dotando finalmente il territorio di un presidio sanitario in grado di generare risposte adeguate ad un comprensorio da sempre penalizzato”.
Nubi sulla sanità tropeana
Fatte tutte queste valutazioni, “ho deciso – conclude Alecci – di presentare una interrogazione al Presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto, anche nella sua veste di Commissario ad Acta per la Sanità, al fine di chiedere allo stesso di prendere in seria considerazione la possibilità di rimodulare il Piano della rete ospedaliera spostando il sopracitato Ospedale di Comunità nella struttura ospedaliera di Nicotera, affiancandolo alla Casa di Comunità ormai in fase di ultimazione”. Una soluzione più utile e meno costosa che sindaci e cittadini da tempo sollecitano all’Asp anche perché la scelta di collocare un ospedale in un altro ospedale continua a suscitare perplessità a più livelli e lascia la porta aperta ad una considerazione: una delle due strutture è destinata a morire! Quale?