“È la prima volta, dopo 12 anni, che mia madre non deve più salire in macchina per andare fino a Vibo Valentia a ritirare i suoi farmaci. È arrivato tutto stamattina, direttamente a casa”. Nella voce di chi racconta c’è commozione vera, e insieme gratitudine. Gratitudine per un servizio che oggi, mercoledì 14 maggio, ha preso finalmente vita nei comuni di Serra San Bruno e Spadola: la consegna a domicilio dei farmaci destinati ai pazienti più fragili.
È il frutto della collaborazione concreta tra Aval (Associazione volontari ammalati Lourdes), il Comune di Serra San Bruno e l’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia. Insieme, questi attori hanno costruito un modello semplice e al tempo stesso rivoluzionario: portare i medicinali a casa di chi non può muoversi, evitando viaggi, disagi, rischi. Una piccola grande rivoluzione, che ha il sapore della civiltà.
Un servizio vicino alla gente
Non ci sono automatismi, bensì una rete umana, fatta di persone che raccolgono i bisogni dei malati e li traducono in fatti. Funziona così: chi ha un piano terapeutico attivo può inviare la documentazione via mail alla Farmacia Territoriale dell’Asp. Una volta verificati i requisiti, i volontari Aval passano all’azione.
Da oggi in poi, a Serra San Bruno e Spadola, l’unica modalità sarà quella domiciliare. Ma per chi ha difficoltà, nessuna paura: ci pensano i volontari. Al loro fianco, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Alfredo Barillari, che ha creduto fin dall’inizio nel progetto. Una risposta di comunità, che parte dai piccoli centri ma che contiene un messaggio forte: la sanità pubblica può funzionare, quando è umana.
E Vibo Valentia?
La domanda sorge spontanea: perché questo servizio non è attivo anche a Vibo Valentia? Una città che ospita la sede dell’Asp, che ha una popolazione ben più ampia, e dove pure vivono anziani soli, pazienti oncologici, malati cronici che ogni mese affrontano code, burocrazia e fatica per avere ciò che spetta loro di diritto. Serra ha dimostrato che basta poco, mentre Vibo, purtroppo, al momento resta ferma, prigioniera della sua stessa burocrazia.
Eppure, da oggi, nessuno potrà più dire che non si può fare. Perché a Serra San Bruno si fa. Perché una madre ha potuto ricevere i suoi farmaci senza muoversi da casa. Perché la distanza, in certe comunità, non è un ostacolo ma un’occasione per stringersi attorno ai più deboli. E allora la domanda vera è un’altra: cosa aspetta Vibo a muoversi?