Piazza Salvemini, il Comune replica alle polemiche: abbattimenti legittimi, garantita la sicurezza pubblica

Dopo le critiche sollevate da alcune associazioni ambientaliste, l’amministrazione comunale di Vibo Valentia chiarisce la propria posizione

Alla luce delle dichiarazioni rilasciate alla stampa da alcune associazioni in merito alla vicenda dei pini di piazza Salvemini, dove insiste il cantiere per il rifacimento dell’area nell’ambito di un progetto di rigenerazione urbana, l’amministrazione comunale intende porre alcune precisazioni al fine di ricondurre la vicenda nei binari della verità dei fatti e degli atti.

Il Comune di Vibo Valentia respinge con forza la ricostruzione secondo cui si è agito in violazione di quanto disposto con ordinanza del Tribunale amministrativo regionale. Si è voluto far credere che l’ente avrebbe dovuto attendere l’udienza del 2 luglio prossimo prima di compiere qualunque azione sulle piante. Ebbene, così non è: il Tar, con l’ordinanza del 19 marzo scorso, ha giudicato legittima l’ordinanza sindacale n. 15 del 19 febbraio 2025, quest’ultima motivata dalla necessità di garantire l’incolumità pubblica e privata, poiché le piante in questione presentavano già degli evidenti rischi.

C’è di più: nell’ordinanza, lo stesso Tar precisava che “non vi è motivo di dubitare, sulla base della documentazione resa in seguito alla costituzione del Comune intimato, nonché delle rassicurazioni fornite in sede camerale dalla stessa Amministrazione, che l’eventuale abbattimento delle piante, nelle more, in base all’ordinanza impugnata, avverrà per motivi di stretta necessità legati alla sicurezza pubblica ed alla tutela della pubblica incolumità”. L’amministrazione ritiene che questo passaggio sia già estremamente esaustivo e utile a chiudere ogni tipo di polemica.

Per completezza di informazione, si precisa che nell’udienza di merito del 2 luglio prossimo il Tar si pronuncerà inoltre sulla “questione dell’applicazione o meno delle norme processuali relative agli interventi finanziati col PNRR”, per i quali è stata disposta acquisizione documentale.

D’altra parte, nel 2015, con riferimento all’abbattimento dei pini allora allocati in Piazza Annarumma, Pino Paolillo del WWF scriveva: “… quando si parla di alberi, guarda caso, sono tutti pericolanti, senza che si sappia con quali criteri ciò sia stato stabilito. Esiste al comune di Vibo un tecnico laureato in Scienze Forestali esperto che abbia redatto una perizia tecnica sulla stabilità (VTA Visual Tree Assessment) di tutti i pini eliminati indiscriminatamente e di quelli in procinto di diventare trucioli? O si è preferito fare di tutti gli alberi una catasta?”.

Dunque, in quest’occasione, la perizia esiste ma nemmeno questo sembra ancora sufficiente?

La pericolosità e l’inadeguatezza delle piante

Quanto alla pericolosità delle piante, riprendendo uno stralcio proprio della perizia dell’agronomo incaricato, si segnala che le stesse presentavano un “rischio estremo, con una propensione al ribaltamento elevata”, tanto che se ne consigliava “la sostituzione considerate le condizioni complessive”.

È fondamentale sottolineare che l’insediamento arboreo originale era stato mal definito e successivamente abbandonato a uno stato d’incuria pluriennale. La perizia haclassificato ben 13 delle 18 piante esistenti in condizione di compromissione estrema (categoria D) il che significa che presentavano difetti gravi tali da esaurire il fattore di sicurezza naturale dell’albero e le cui prospettive future erano gravemente compromesse, rendendo l’abbattimento l’unica soluzione possibile.

Tra le cause di instabilità delle piante la perizia evidenziava, tra le altre, una gestione manutentiva insufficiente. In particolare, “si evidenziano la mancanza di interventi di potatura di mantenimento della chioma, che ha determinato una diffusa presenza di rami secchi, e la pratica di effettuare tagli su intere branche di piante adulte. Questi interventi inappropriati hanno compromesso la capacità della pianta di rimarginare le ferite, creando condizioni favorevoli per l’attacco di organismi fitopatogeni come funghi cariogeni”.

A questo dato occorre aggiungerne un altro: nonostante il Pino domestico sia una specie poco esigente, “non tollera terreni troppo calcarei, compatti o eccessivamente acquitrinosi, condizioni che spesso si verificano in un contesto urbano con poco spazio per lo sviluppo delle radici e della chioma”.

D’altra parte, dei 18 alberi presenti sono stati abbattuti solo i 13 ritenuti, da perizia, già compromessi aggiungendone un altro, ulteriore, per il quale è stato riscontrato un incontrovertibile stato necrotico. Quattordici piante in tutto alle quali farà seguito la piantumazione di un numero maggiore di nuovi alberi adatti al terreno e con il tronco di sezione già adeguatamente sviluppata.

Verso un nuovo verde urbano

Dunque, l’amministrazione procederà alla sostituzione delle piante abbattute con specie arboree caratterizzate da apparati radicali fittonanti, in grado di garantire una maggiore stabilità al terreno e di ridurre sensibilmente il rischio di cedimenti. La selezione delle nuove specie sarà effettuata tenendo conto della loro compatibilità con le condizioni ambientali e pedologiche del sito, per favorire uno sviluppo armonioso e sostenibile della vegetazione nel lungo termine. Ma non c’è solo questo aspetto: occorre guardare all’iniziativa di rigenerazione urbana nella sua interezza e utilità generale. Per Piazza Salvemini, come si legge infatti sulla relazione tecnica del progetto di rigenerazione urbana: “L’intervento nasce dall’esigenza di riqualificare un’area in stato di semi abbandono situata in una zona nevralgica del centro cittadino. Tale area infatti, è sita all’ingresso del centro cittadino ed è adiacente ad attività commerciali e all’Ospedale cittadino”. 

Inoltre, la relazione poneva in evidenza: “lo stato attuale presenta un’area verde che risulta poco fruibile vista la carenza di arredo urbano e la parziale assenza di illuminazione pubblica. La pavimentazione dell’area e la cordolatura delimitante risulta disconnessa e deteriorata a causa della vetustà e dell’incuria del tempo. L’area adiacente adibita a parcheggi presenta un manto stradale degradato e carente di una adeguata regimentazione delle acque meteoriche.” E infine: “In particolare gli interventi contrasteranno le criticità del territorio con i seguenti effetti positivi: miglioramento della vivibilità e qualità urbana; miglioramento della fruibilità dei luoghi; miglioramento in termini ambientali e di immagine; valorizzazione dei luoghi e de contesto”.

In un contesto dove, come ci insegna il buon senso, “Facta, non verba” (fatti, non parole), l’amministrazione comunale ha agito e continuerà ad agire nel pieno rispetto delle normative e delle perizie tecniche, garantendo la sicurezza dei cittadini e la corretta gestione del bene pubblico. Il nostro operato è sempre guidato dalla responsabilità e dalla trasparenza. Guardiamo al futuro di Piazza Salvemini con la convinzione che questo intervento, pur tra le polemiche, si rivelerà un passo fondamentale per la creazione di un nuovo polmone verde e di uno spazio urbano rinnovato.

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