L’allarme degli esperti: il troppo cloro in piscina può essere fatale

Forte il richiamo dopo quanto accaduto a Roma con alcuni ragazzi finiti in ospedale per una intossicazione

L’incidente avvenuto a Roma è solo l’ultimo di una serie di gravi episodi che si stanno verificando con sempre più frequenza nelle piscine italiane, e che mettono a rischio la salute dei cittadini. Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) intervenendo sul caso dei cinque bambini finiti in ospedale nei giorni scorsi a Roma nella zona della Borghesiana.

I prodotti chimici

“I prodotti chimici normalmente utilizzati per la disinfezione delle acque delle piscine (ad esempio ipoclorito di sodio e di calcio, acido solforico, acido tricloroisocianurico, ecc.) sono classificati come pericolosi perché in gran parte corrosivi – spiega il presidente Sima, Alessandro Miani -. Nel caso in cui ipocloriti e cloroisocianurati vengano a contatto con i correttori di acidità (acido solforico, cloridrico, ecc.) possono liberare cloro gassoso, gas tossico per inalazione responsabile di intossicazioni acute anche molto gravi”.

I consigli del medico

“In pochi sanno che sostanze molto diffuse come cloro e ammoniaca causano nell’uomo gravi ustioni a naso, gola, occhi, trachea e grandi vie aeree anche solo dopo pochi minuti dall’esposizione, e provocano spesso tosse ed emissione di sangue con l’espettorato, oltra a conati di vomito e difficoltà respiratorie – prosegue Miani -. L’intossicazione cronica da cloro porta a congiuntiviti, anemie, bronchite cronica, alterazioni neuropsichiche, turbe dispeptiche, alterazione dentaria, insufficienza renale, edemi. In caso di esposizione prolungata e massiccia si può arrivare a complicanze più gravi, come lesione delle vie aeree e infezioni polmonari. I casi di intossicazione nelle piscine italiane stanno purtroppo aumentando: tuttavia i soggetti più a rischio sono i lavoratori addetti alla produzione di insetticidi, disinfettanti, metallurgia, e quelli che operano nel campo della potabilizzazione delle acque”, conclude il presidente Sima. (Dire – www.dire.it)

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