Sanità calabrese, si va verso la fine del commissariamento. Ma i problemi restano

Il governo potrebbe pronunciarsi già entro il mese prossimo. Tuttavia, in realtà come San Giovanni in Fiore, Vibo e Falerna, si continua a morire nell’attesa di un’ambulanza, di un medico o anche solo di un controllo

Miglioramenti significativi nei Livelli essenziali delle prestazioni – con due delle tre aree monitorate che superano ora la soglia di sufficienza – e conti in ordine: sono questi i presupposti su cui la Regione Calabria fonda la propria richiesta per porre fine al commissariamento sanitario. I bilanci 2024 delle aziende sanitarie regionali sono stati approvati e certificati da società sottoposte al controllo della Consob, e il disavanzo si è ridotto a 18 milioni di euro, come evidenziato dal presidente Roberto Occhiuto.

Secondo quanto riportato da “La Gazzetta del Sud”, il prossimo mese potrebbe rivelarsi decisivo per ottenere il via libera da parte del governo. Da Palazzo Chigi sono infatti arrivate rassicurazioni che fanno ritenere imminente la conclusione di un regime straordinario in vigore ormai da 15 anni. Tuttavia, permangono dubbi e incognite su ciò che accadrà una volta terminata questa fase commissariale.

A esprimere queste riserve è lo stesso Occhiuto, che ha sottolineato come il Piano di rientro rappresenti ancora un ostacolo strutturale per la sanità regionale. “Non mi interessa chiudere il commissariamento tanto per farlo – ha dichiarato – ma voglio uscirne solo se ci sarà un Piano di rientro concordato che consenta di continuare a migliorare il servizio sanitario”.

Il vero banco di prova sarà quindi trovare un equilibrio tra il rispetto degli impegni finanziari e la necessità di innalzare il livello dell’assistenza sanitaria in Calabria. Una sfida complessa, che richiederà una visione condivisa tra istituzioni centrali e amministrazione regionale.

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