Vibo grida “Fame di verità e giustizia”: i nomi delle vittime calabresi della mafia sul lenzuolo di Libera (video)

Commozione e partecipazione nella tappa regionale della campagna di Libera per i 30 anni dell’associazione fondata da don Luigi Ciotti

Un lungo lenzuolo bianco srotolato come una ferita aperta, solcato da nomi. In rosso, quelli delle vittime calabresi. In nero, gli altri, da tutta Italia: 1101 in totale. Sono le vittime innocenti delle mafie. Quelle di cui spesso si dimentica il volto, il nome, la storia. Quelle per cui oggi si continua a chiedere verità e giustizia. Si è conclusa a Vibo Valentia la tappa regionale della campagna “Fame di verità e giustizia”, promossa da Libera, l’associazione fondata trent’anni fa da don Luigi Ciotti.

Un anniversario importante, onorato nel segno della memoria e dell’impegno civile. A parlare non sono stati solo i numeri – 193 vittime in Calabria, di cui 20 nel solo Vibonese – ma soprattutto i volti e le voci dei familiari, che hanno chiesto a gran voce che venga riconosciuto loro un diritto fondamentale: il diritto alla verità. Una verità che non sia solo processuale, ma anche storica e sociale, perché “fondamentale per la dignità stessa dell’essere umano”. A condividere questo momento, anche una delegazione di sindaci della provincia, simbolo di una parte delle istituzioni che sceglie di non voltarsi dall’altra parte. E c’erano anche loro, i giovani Scout di Vibo 2, con i fazzolettoni colorati e la determinazione negli occhi. “Siamo qui per dire basta alle mafie – raccontano – e per far sentire la nostra vicinanza a chi ha perso una persona cara senza avere ancora giustizia”. La manifestazione si è conclusa con un incontro sentito tra i familiari delle vittime e il prefetto Anna Aurora Colosimo, che li ha ricevuti per ascoltare le loro richieste, per guardare in faccia quella fame di verità che non si sazia mai.

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