Stasera, alle ore 18,30, nella sala convegni dell’ente morale ‘Scardamaglia-Longo’ appuntamento con la storia di Medma e il fascino che l’accompagna. A riaccendere i riflettori su un’area che coinvolge i Comuni che s’affacciano sull’ultimo tratto del fiume Mesima, sarà la presentazione del libro “Medma, Origini preistoriche e nome proto-sinaitico – Dal Paleolitico al Neolitico: una parte di storia sconosciuta”.
Sindaci in prima fila
All’incontro, organizzato dall’associazione ‘Difesa Diritti del Territorio’ (Ddt), prenderanno parte i sindaci di Nicotera (Pino Marasco), Limbadi (Leo Mercuri), Joppolo (Giuseppe Dato), Rosarno (Pasquale Cutrì) e San Ferdinando (Luca Gaetano). Una presenza la loro che conferma ancora una volta la volontà di confrontarsi sul passato delle realtà amministrate. Conferma, soprattutto, l’intenzione di camminare insieme per recuperare il passato, dare valore al presente e costruire un futuro in cui la Cultura possa avere un ruolo determinante per abbattere sterili campanilismi e dar vita ad un comprensorio in grado di diventare attrattivo anche a fini turistici ed economici. Obiettivo questo su cui la Ddt ha scommesso sin dalla sua nascita con risultati decisamente incoraggianti.
Il programma
Il programma prevede anche gli interventi dell’editore Oreste Kessel Pace; dello storico e ricercatore Saverio Verducci; del direttore del Museo archeologico di Medma (foto) Marco Stefano Scaravilli e dell’avvocato Giuseppe Calopresti, vicepresidente della Ddt, che si soffermerà sulle ‘connessioni’ tra Nicotera e la storia di Medma. Le conclusioni avranno al centro dell’attenzione il certosino lavoro di ricerca svolto da Lino Licari al quale, tra l’altro, va il merito di non essersi soffermato su temi già trattati, ma di essere andato a scavare nelle vicende che hanno abbondantemente preceduto la nascita di Medma.
Lino Licari
“Ho lavorato a questa pubblicazione – afferma l’autore del libro – perché il nostro territorio è stato da sempre trascurato sotto l’aspetto delle ricerche preistoriche e protostoriche. Si considerava la terra medmea – prosegue – priva di importanti presenze, tanto da rinunciare alle esplorazioni poiché veniva esclusa ogni ipotesi di una possibile presenza di tracce riconducibili alle civiltà preistoriche. Fortunatamente, nei primi anni ’70, grazie ai nostri appassionati studiosi locali, ciò è stato smentito”.
Marco Stefano Scaravilli
Ad apprezzare i contenuti del libro di Lino Licari è anche il direttore del Museo archeologico di Rosarno Marco Stefano Scaravilli. “Merito del lavoro di Lino Licari – sottolinea – è quello di rivolgere l’attenzione verso epoche fino ad oggi trascurate dalla ricerca archeologica nell’area in esame, in grandissima parte focalizzata sulle testimonianze della città greca, sulla ricostruzione del suo assetto topografico, sull’individuazione delle sue aree sacre e dei suoi culti”.