Ricadi, la minoranza all’attacco: per Tripodi una fine politica annunciata

Il capogruppo Pasquale Mobrici affonda i colpi: approvare il bilancio sulla base di un parere a pagamento è stata un'operazione spregiudicata


La pioggia di avvisi di garanzia piovuta sul palazzo municipale di Ricadi guasta l’estate alla compagine di maggioranza e a qualche dirigente. Nello stesso tempo, espone tutti gli ‘avvisati’ agli attacchi dei loro avversari politici che non perdono l’occasione per attizzare il fuoco sotto la scoppiettante graticola dei commenti. Tutto sommato, un normale gioco delle parti con vista sulle prossime elezioni di primavera.

Debiti fuori bilancio

Debiti fuori bilancio

I giochi per la conquista del palazzo, in realtà, s’erano già aperti, ma la delicata situazione venuta a crearsi obbliga tutte le parti in campo a rimescolare le carte e a disegnare nuovi scenari. Intanto, è il capogruppo di minoranza Pasquale Mobrici ad accendere i riflettori sul cataclisma che ha investito il Comune. “L’esito delle indagini condotte dalla Procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza – esordisce – conferma che avevamo visto giusto. Prescindendo dalla rilevanza penale dei fatti contestati, per i quali esprimiamo piena fiducia nell’operato delle forze dell’ordine e della magistratura, ci preme sottolineare dal punto di vista politico e amministrativo che la triste fine di Tripodi e’ la cronaca di una morte politica annunciata. Lo avevamo scritto e dichiarato in consiglio comunale – prosegue – che si stavano approvando atti illegittimi e che approvare il bilancio con il parere negativo del revisore, sulla base di un parere a pagamento, era una operazione spregiudicata, che esponeva l’Ente ed i singoli amministratori a gravi responsabilità. Avevamo più volte evidenziato – rimarca – che riconoscere quei debiti fuori bilancio, molti dei quali derivanti da responsabilità personali, avrebbe provocato un danno alle casse comunali ed esposto i consiglieri a responsabilità per danno erariale”.

Facili profeti di tempi difficili

Mobrici, in proposito, ricorda il debito con Comune di Tropea relativo alla gestione del depuratore pagato in transazione e senza costituirsi in giudizio, nonché l’accorato appello rivolto ai consiglieri di maggioranza a non votare il bilancio sponsorizzato dal sindaco Tripodi. Il capogruppo di minoranza punta il dito anche contro le affermazioni rese a caldo dallo stesso primo cittadino il cui “tentativo di liquidare la vicenda come un fatto episodico e di carattere tecnico – sottolinea – si scontra purtroppo con la cruda realtà, perché lo stesso approccio descritto dalle indagini lo ritroviamo, reiterato, ancora oggi nelle deliberazioni consiliari”. Insomma, facili e inascoltati profeti di tempi difficili, che, purtroppo, sono puntualmente arrivati.

Lontani dai problemi

“In prospettiva – chiosa Pasquale Mobrici – rimane purtroppo un danno da quasi 5 milioni di euro che, secondo le indiscrezioni di stampa, sarebbe stato causato alle casse dell’Ente e resta un’amministrazione lontana dai problemi dei cittadini e del territorio, che ormai tira a campare e continua ad operare a tutela di pochi con atti illegittimi e gravi irregolarità”. Alla fine di ogni possibile riflessione, “di fronte a questo disastro – asserisce il leader della minoranza – considerato che non si tratta di una questione privata, ma dell’amministrazione della cosa pubblica, la vicenda non può essere liquidata con un ‘state sereni, e’ tutto a posto, ci pensiamo noi’… Tripodi – conclude – ha il dovere di convocare con urgenza un consiglio comunale aperto e spiegare alla cittadinanza quel che sta accadendo e cosa vogliono fare”.

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