La campagna elettorale per le Regionali è ufficialmente iniziata. Non perché il centrodestra e il centrosinistra abbiano finalmente svelato le loro carte – con Roberto Occhiuto e Pasquale Tridico pronti a contendersi la poltrona più alta della Cittadella regionale – ma perché la politica, ancora una volta, punta a riprendersi ciò che non vuole mai perdere: la gestione della sanità.
Cambio lampo all’Asp
Cambio lampo all’Asp
Dopo soli dieci mesi, ecco l’avvicendamento al vertice dell’Asp di Vibo Valentia. Il prefetto Vittorio Piscitelli, questa mattina, ha preso il Frecciarossa ed è rientrato a Roma. Al suo posto, a fare il percorso inverso, arriva un altro prefetto in quiescenza, Gianfranco Tomao, già prefetto a Cosenza. Fin qui, nulla di strano. O forse sì. Nessuno ha spiegato ufficialmente le ragioni di questo cambio repentino. Nessuna parola di chiarezza. Nessun comunicato che motivi un passaggio tanto delicato. Come se la sanità vibonese fosse un affare per pochi intimi, una questione di equilibri più che di emergenze sanitarie.
Le parole (e i silenzi) di Piscitelli
Piscitelli, andando via, da uomo dello Stato ha detto e non detto. Ha lanciato segnali, ma non poteva spingersi oltre. Ha accusato la Regione, ma senza nomi né dettagli. Chi avrebbe dovuto raccogliere quel segnale? Nessuno, a quanto pare. Nessun politico, nessun sindaco, nessun rappresentante istituzionale. Eppure, se ci sono state pressioni – perché di questo si parla, in filigrana – qualcuno dovrebbe spiegarlo. La mafia non è l’unica a esercitare pressioni. Anche i poteri dello Stato sanno come farlo: ti isolano, ti tolgono l’ossigeno, ti costringono a mollare.
La campagna elettorale
Invece di pretendere chiarezza, la politica tace. Non una voce che si levi per chiedere trasparenza. Nessuno che voglia capire perché Piscitelli sia stato costretto a lasciare. E allora, quale migliore occasione per una politica onesta, che dice di voler combattere i condizionamenti mafiosi, la corruzione e il clientelismo, di battere un colpo? Nulla. Evidentemente sono in molti a rendersi conto che potrebbero perderci qualcosa. Nel frattempo, i sindaci si fanno fotografare mentre inaugurano panchine donate dai detenuti del carcere di Laureana. Iniziativa lodevole, certo. Ma fuori luogo, se nel frattempo nessuno si preoccupa del disastro della sanità vibonese, sotto gli occhi di tutti.
Domande senza risposta
E allora qualcuno spieghi: perché Piscitelli va via davvero? Doveva lasciare campo libero alla politica, ora che inizia la campagna elettorale? Cosa sta succedendo dentro l’Asp di Vibo? E perché nessuno pretende risposte? Gli interrogativi sono tanti. Mai come in questo caso servirebbe una grande operazione verità. Perché la sanità vibonese non può restare un mistero di palazzo né un bottino elettorale. Se la politica tace, se le istituzioni voltano lo sguardo, in altre realtà, per molto meno, sono scese in campo le Procure per pulire il terreno da ogni opacità. Perché qui non si tratta di equilibri di potere, ma della salute – e della dignità – di un intero territorio.