Emergenza nefrologi all’Asp di Vibo Valentia: reparti allo stremo, pazienti senza riferimenti stabili

Nel deserto di personale brilla la dialisi peritoneale: un servizio che, grazie anche all'impegno e alla passione della dottoressa Figliano, porta cure specialistiche persino nelle case dei pazienti

La nefrologia dell’Asp di Vibo Valentia è allo stremo. Con nove nefrologi per 134 pazienti dializzati distribuiti su quattro centri (Vibo Valentia, Tropea, Nicotera e Serra San Bruno), il sistema si regge su equilibri fragilissimi. L’azienda sanitaria tenta di tamponare con turni straordinari e prestazioni aggiuntive ben remunerate, ma il risultato è un personale esausto e pazienti privi di un medico di riferimento stabile.

Concorsi deserti

Concorsi deserti

I concorsi pubblici vanno deserti o attraggono solo giovani specializzandi, che necessitano di tutoraggio da parte dei dirigenti medici più esperti. In questo vuoto strutturale, l’Asp ha introdotto la formula delle prestazioni aggiuntive, che però si traduce in turni massacranti per chi già lavora nei reparti.

Allarme a Serra San Bruno

Il quadro più drammatico si registra a Serra San Bruno, dove non c’è un solo nefrologo. Qui l’Asp tampona la grave carenza con un medico in pensione e con nefrologi dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia che, tre volte a settimana, vengono inviati a Serra per garantire il servizio. Una situazione che comporta difficoltà logistiche, discontinuità terapeutica e l’assenza di un rapporto medico-paziente continuativo: una condizione che mette a rischio non solo la qualità delle cure, ma anche la fiducia nel sistema sanitario.

Sei nefrologi a Vibo

All’ospedale di Vibo Valentia operano sei nefrologi, di cui uno in formazione, mentre a Nicotera è rimasto un solo specialista. A Tropea, dove il servizio dialisi è su doppio turno, tra pochi mesi resterà un solo medico: anche lì si dovrà ricorrere all’invio quotidiano di personale da Vibo per garantire la continuità del servizio.

Esperienza d’eccellenza

In questo quadro desolante spicca però un’esperienza d’eccellenza: la dialisi peritoneale. All’ospedale Jazzolino, questo trattamento è praticato da anni con dedizione dalla dottoressa Ivania Maria Figliano, referente di un reparto che rappresenta un caso unico in Calabria per la capacità di trattare persino a domicilio circa 26 pazienti.

Sala dialisi su smartphone

Indiscrezioni confermano che la dottoressa Figliano ha trasformato il suo smartphone in una vera e propria “sala dialisi virtuale”: un presidio costante che le consente di monitorare e seguire i pazienti anche a distanza, offrendo un servizio di prossimità e innovazione che pochi altri reparti possono vantare.

La carenza di infermieri

La dialisi peritoneale, sebbene porti benefici evidenti per i pazienti, gli operatori e gli ospedali, soffre anch’essa di carenze croniche: servirebbero più infermieri professionali dedicati esclusivamente alla dialisi peritoneale, come evidenziato anche dalla Gazzetta del Sud. La stessa ANED (Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto) ha mosso critiche ai commissari dell’Asp, accusandoli di non avere assunto impegni concreti per rafforzare il reparto di nefrologia, uno dei servizi più delicati del sistema sanitario vibonese.

Un contesto difficile

Chi conosce da vicino la situazione racconta di un reparto retto più dalla pazienza e dalla capacità organizzativa del personale che dalla governance aziendale. La referente del reparto, pur interpellata, ha scelto di non rilasciare dichiarazioni, rimandando ogni commento ai vertici aziendali e dipartimentali: un silenzio che suona come un atto di responsabilità in un contesto che rischia di esplodere.

Una bomba a orologeria

L’emergenza nefrologi all’Asp di Vibo Valentia è dunque una bomba a orologeria. Senza un cambio di rotta — nuovi concorsi attrattivi, assunzioni stabili, potenziamento del personale infermieristico e programmazione a lungo termine — a pagare il prezzo saranno, ancora una volta, medici logorati e pazienti sempre più fragili.

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