C’è chi parla di flotta internazionale, chi di un volo low cost trasformato in Gran Consiglio della Repubblica. Fatto sta che sullo stesso aereo diretto a Lamezia Terme si sono ritrovati Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Elly Schlein e forse anche Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni e chissà chi altro. Un piccolo G8 (anzi, G7+Sud), solo che invece di discutere di guerre e trattati si è parlato molto probabilmente di… comizi, piazze e selfie.
Scene da film
Scene da film
Ad accoglierli un aeroporto blindato come fosse la scena finale di un film di 007: poliziotti ovunque, percorsi controllati. Come se stesse per atterrare il Santo Padre. Del resto, in Calabria, il vero miracolo è vedere tutti i leader nazionali arrivare insieme, anche se solo per chiedere il solito voto mordi e fuggi.
A Lamezia il megashow
Sul palco di Lamezia il centrodestra ha montato il suo megashow con premier, vicepremier e comprimari vari. Il centrosinistra, per non essere da meno, si è diviso tra Crotone, Catanzaro e Paola, distribuendo i pezzi da novanta come fossero figurine Panini. Il risultato è lo stesso: la Calabria diventa palcoscenico e platea, mai protagonista.
Applausi per tutti ovunque
E mentre i big arringano la folla, la gente applaude. Applaude chi governa e chi promette di governare. Applaude chi parla di futuro e chi rivanga il passato. Applaude, perché così si fa: la politica è spettacolo e lo spettacolo va applaudito. Poi, quando si spengono le luci e gli aerei ripartono, la regione torna al suo posto: ultima tra gli ultimi.
Capitale dello scorte
Prendere coscienza che la politica qui arriva solo per stringere mani, sventolare bandiere e raccogliere voti resta difficile. Ma almeno, per un paio di giorni, Lamezia si è sentita capitale. Capitale del consenso, dell’apparenza e delle scorte.