Quattro siti posti sotto sequestro probatorio, un accurato sopralluogo lungo la condotta fognaria per accertare una perdita di liquami che dura dallo scorso agosto, un fascicolo aperto e foriero di tempesta: è questo il risultato di un intervento prodotto dai carabinieri del Nucleo Forestale di Spilinga su direttiva del Procuratore della Repubblica di Vibo, Camillo Falvo. I militari hanno raggiunto, di buon mattino, il litorale a sud di Nicotera Marina e hanno cominciato a effettuare un’accurata perlustrazione prima nelle aree interne ed esterne all’ex depuratore e, poi, in località Fego, dove da oltre un mese scorre a cielo aperto la fogna comunale.
Fosso San Giovanni
Fosso San Giovanni
Fogna che, anziché finire nella condotta che porta al megadepuratore di Gioia Tauro, confluisce nello ‘stagno’ del fosso San Giovanni, a ridosso della battigia, dove sfociano anche le acque bianche miste a fogna provenienti dall’abitato di Nicotera Marina. Una sorta di bomba ecologica che da anni è sotto gli occhi di tutti e che, ultimamente, era stata sottoposta a un trattamento gratuito di bioattivazione grazie all’impegno della Pro Loco, presieduta da Antonio Montuoro, con risultati giudicati positivi. Proprio nella mattinata odierna, la pioggia ha fatto alzare il livello dell’acqua, rompendo il cordone di sabbia e facendo finire tutto in mare, con le conseguenze del caso.
Entrando nei particolari della missione della Procura, i militari dell’Arma, ispezionando l’area interna dell’ex depuratore, hanno sottoposto a sequestro probatorio due cumuli di materiale inquinante e un cestello ricolmo di stracci provenienti dalla vasca di una pompa di sollevamento, che spesso si blocca perché il separatore, da anni, non funziona.
Procura in azione
La perlustrazione ha interessato anche tutta l’area attorno alla vecchia struttura fognaria, dove sono scattati altri due sequestri probatori di materiali di risulta non sottoposti a smaltimento. Particolarmente accurato anche il sopralluogo effettuato in località Fego. I carabinieri forestali hanno preso atto della vistosa perdita di liquami fognari ma, almeno per il momento, non hanno adottato provvedimenti, probabilmente per condurre prima i necessari accertamenti. Comunque sia, la Procura ha cominciato a muoversi sul litorale nicoterese e tutto lascia pensare che la ricognizione dei militari – alla quale pare abbia preso parte anche un sostituto procuratore della Repubblica – potrebbe avere conseguenze per i responsabili dell’incuria che da tempo mette a serio rischio l’ambiente.
L’impegno della Pro Loco
A smuovere le acque – e non poco – avrebbe contribuito il costante impegno di Antonio Montuoro che, nella sua duplice veste di giornalista e presidente della Pro Loco, da tempo è in prima linea con accurate inchieste sulle cause dell’inquinamento che sta tarpando le ali a ogni velleità di sviluppo turistico del territorio nicoterese. Un inquinamento del quale sarebbe opportuno cominciare a ricercare le cause ora, senza aspettare l’arrivo della prossima stagione estiva.