“Intendiamo esprimere piena solidarietà e vicinanza al signore di Pizzo, malato oncologico, costretto ad elemosinare le cure in una Provincia dove il Diritto alla Salute continua a non essere garantito”. Con queste parole, l’Osservatorio Civico Città Attiva torna a denunciare la condizione drammatica dei pazienti oncologici della provincia di Vibo Valentia, costretti – come sottolineano – a “combattere non solo contro la malattia, ma anche contro l’indifferenza delle istituzioni”.
“Anche noi dell’Osservatorio Civico Città Attiva – spiegano – abbiamo cercato più volte di intervenire sulla situazione drammatica che sono costretti a vivere i malati oncologici della nostra provincia, abbandonati a se stessi e costretti a lottare non solo contro la malattia, ma anche contro l’indifferenza delle Istituzioni, che è il peggiore dei mali”.
“Anche noi dell’Osservatorio Civico Città Attiva – spiegano – abbiamo cercato più volte di intervenire sulla situazione drammatica che sono costretti a vivere i malati oncologici della nostra provincia, abbandonati a se stessi e costretti a lottare non solo contro la malattia, ma anche contro l’indifferenza delle Istituzioni, che è il peggiore dei mali”.
Le richieste rimaste senza risposta
Nel comunicato, l’Osservatorio ricorda le iniziative già intraprese per cercare di affrontare la questione. “Abbiamo richiesto in data 28 maggio all’Asp di Vibo – si legge – sia l’attivazione delle Agende dedicate per i malati oncologici, così come espressamente previsto dall’art. 3 del DL n. 73/2024 recante misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie, nonché l’apertura di un Ufficio Relazioni col Pubblico ‘Oncologico’ necessario per garantire dei canali di accesso alle cure, atteso che alcune prestazioni, tipo le Pet, non vengono erogate dalla nostra Asp”.
Nonostante la delicatezza del tema, il sollecito dell’Osservatorio è rimasto senza alcuna risposta. “Il 17 giugno 2025 – prosegue la nota – abbiamo diffidato l’Asp a provvedere per come previsto dalla legge, preavvisando che in mancanza avremmo presentato una denuncia in Procura, ma anche di fronte ad una diffida, l’Asp di Vibo ha ignorato la nostra richiesta”.
“Calpestato il diritto alla salute”
Daniela Primerano, Francesca Guzzo e Ornella Grillo ribadiscono la determinazione del gruppo: “Chi ci conosce sa che non ci fermeremo, perché oltre a ritenere particolarmente grave quanto accaduto, siamo convinti che non sia tollerabile che venga calpestato in questo modo il Diritto alla Salute dei cittadini vibonesi”.
“Non è concepibile – aggiungono – che ciò avvenga proprio in un’Asp gestita direttamente dallo Stato, tramite una Commissione straordinaria, che dovrebbe essere in grado di dare l’esempio, dimostrando come si dirige un’Azienda sanitaria in termini di trasparenza, legalità e garanzia del diritto alla salute”.
Implorare per curarsi
Il comunicato usa parole durissime per descrivere una realtà ritenuta inaccettabile.
“Se un malato oncologico è costretto ad implorare per potersi curare e per poter fare i controlli necessari, allora vuol dire che sono in tanti a doversi vergognare – si legge – perché è gravissimo che una persona sia costretta a rivolgersi alla stampa per ben due volte, senza che nessuno si senta in dovere di risolvere la situazione, nonostante sia noto a tutti che per certe patologie il tempo è di vitale importanza”.
Appello alla Commissione
“È evidente – affermano dall’Osservatorio – che non vi sia alcuna volontà di risolvere problematiche così gravi, per cui è lecito chiedersi se coloro ai quali è stata affidata la gestione dell’Asp di Vibo in questo momento siano veramente all’altezza del compito che è stato loro assegnato”.
“Qualora lo fossero, dovrebbero dimostrarlo con i fatti – concludono – attivando immediatamente le Agende dedicate per i malati oncologici e creando collegamenti diretti per i pazienti di Vibo con gli ospedali hub che offrono quelle prestazioni che mancano nel nostro territorio, a cominciare dalle Pet, e potenziando l’ambulatorio di Tropea sia in termini di strumentazione che di personale e mediante l’attivazione dei posti letto, affinché possa diventare un punto di riferimento per tutto il territorio”.
“A un anno dall’insediamento della Commissione straordinaria – sottolineano infine – non è concepibile che i malati oncologici vibonesi non riescano ancora a trovare risposte, né si può accettare che i loro appelli rimangano del tutto inascoltati”.