“Non posso operarla, la sala operatoria è chiusa”: la denuncia di un giovane vibonese disgustato della sanità

Il paziente, costretto a rivolgersi al privato, parla di una situazione “grave e inaccettabile” all’ospedale di Tropea. Un diritto costituzionale come quello alla salute resta solo sulla carta

Un episodio che lascia senza parole e che racconta lo stato di profonda crisi della sanità vibonese. A denunciare l’accaduto è un 32enne, residente in provincia, che ha voluto rendere pubblica la sua esperienza all’ospedale di Tropea.

La ricostruzione

La ricostruzione

Il giovane racconta di essersi recato, lo scorso 21 ottobre, a visita specialistica. Il responso, però, lo lascia interdetto: “Signore, dovrebbe essere operato, ma la sala operatoria è chiusa temporaneamente”. “Ed io, scusi?”, ha chiesto. Il medico, visibilmente a disagio, non ha potuto far altro che stringere le spalle, lasciando intendere che il paziente avrebbe dovuto rivolgersi altrove. Il giovane aggiunge poi: “La cosa grave è che sono stato visitato e mi hanno detto che non possono operarmi perché è chiusa”. Parole che – secondo il paziente – “fanno rabbrividire”. Una testimonianza che, oggettivamente, mette in luce una situazione profondamente allarmante, con conseguenze dirette sul diritto alla salute dei cittadini. “A quel punto – scrive ancora – ho deciso di aprire un’assicurazione sanitaria dal costo di circa 1.200 euro all’anno, che copre le spese mediche sia pubbliche che private. Ma la mia operazione non sarà coperta, perché al momento della stipula il problema era già presente”.

Paziente deluso e arrabbiato

Un paradosso che lo ha lasciato “disgustato”. “È mai possibile che, per essere curato, io debba pagare un’assicurazione privata, quando la Costituzione mi garantisce il diritto alla salute? E chi non può permettersi 100 euro al mese, cosa fa? Muore nel silenzio e nell’indifferenza?”. Il suo sfogo si chiude con una firma che la dice lunga: “Un paziente vibonese molto, ma molto deluso e arrabbiato”.

Calpestato un diritto fondamentale

La denuncia del 32enne mette ancora una volta sotto i riflettori le criticità della sanità provinciale e pone una domanda che da anni aleggia tra i corridoi degli ospedali vibonesi: fino a quando la tutela della salute resterà un diritto solo sulla carta?

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