“Non chiediamo favori – chiediamo giustizia sanitaria. La salute non può essere un privilegio riservato a chi vive altrove.” È con queste parole, nette e amare, che pazienti e caregivers del Don Mottola Medical Center di Vibo Valentia lanciano un appello pubblico alla Conferenza dei Sindaci della provincia, l’organo politico chiamato a vigilare sulla gestione della sanità territoriale. Una richiesta urgente, quasi un grido, per denunciare lo stato di abbandono in cui versa il comparto socio-sanitario vibonese e per sollecitare un intervento deciso sulla Commissione straordinaria dell’Asp di Vibo, accusata di immobilismo e mancanza di trasparenza.
Una sanità dimenticata
Una sanità dimenticata
I numeri raccontano più di mille parole. Il punteggio Lea (Livelli essenziali di assistenza) dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo si ferma a 8,8 punti, contro una media di 17,7 nelle altre province calabresi e ben lontano dalla soglia di 24,5 richiesta per la sufficienza. Il fondo sanitario pro capite destinato ai vibonesi è di appena 128 euro, meno di un terzo della media regionale che si attesta a 470 euro.
Un dato che fotografa con crudezza la sproporzione nell’allocazione delle risorse e l’inefficacia della gestione commissariale. A ciò si aggiunge un lungo elenco di omissioni e fondi perduti: oltre 27 milioni di euro di risorse sottratte alla sanità vibonese (come previsto dai Dca, decreti del commissario ad acta, n. 92/2024 e n. 181/2025), un fondo premiale mai utilizzato, e 4,9 milioni di euro del Dca 112/2024 impiegati per coprire vecchi disavanzi invece che per migliorare i servizi ai cittadini. Persino il fondo per la continuità assistenziale, previsto con delibera 1757/2024, è stato sospeso “per mancanza di fondi”, nonostante un residuo inutilizzato di oltre 600 mila euro.
Cure negate, cittadini abbandonati
Dietro questi numeri ci sono persone reali, famiglie e lavoratori. Pazienti che ogni giorno pagano di tasca propria terapie e riabilitazioni che dovrebbero essere garantite dal servizio pubblico. Il Don Mottola Medical Center, struttura sanitaria accreditata che impiega 60 professionisti, è diventato un presidio di cura, solidarietà e lavoro. Eppure anche qui la scarsità di risorse e il blocco degli avvisi rischiano di compromettere la continuità dei servizi.
Tre milioni annui per cure fuori regione
Ogni anno, l’Asp di Vibo spende 3 milioni di euro per mobilità passiva, cioè per cittadini costretti a curarsi fuori provincia. Ma dopo 27 mesi dal Dca 197 ha definito la rete territoriale, 15 mesi dalla richiesta formale della Regione e 12 mesi dall’insediamento della Commissione straordinaria, la delibera di attuazione per la provincia di Vibo non è mai stata pubblicata. Nessun documento, nessun atto, nessuna spiegazione ufficiale. Nei principali strumenti di programmazione aziendale – dal Piano delle attività 2025 al Bilancio preventivo 2025-2027 – non c’è traccia del fabbisogno sanitario del territorio.
Una delibera nel cassetto
Un silenzio assordante, che si traduce in un’assenza di trasparenza e responsabilità. Eppure, come ricordato anche dal prefetto Tomao (commissario Asp), la delibera sarebbe già pronta. Solo che qualcuno – dicono i promotori dell’appello – la tiene “in un cassetto, congelata, come se su Vibo pesasse una condanna: quella di restare sempre indietro, sempre senza risorse, sempre senza voce”.
Domande senza risposta
Come può la Regione erogare fondi se manca la delibera che definisce bisogni e obiettivi? E come si giustifica l’immobilismo della Commissione prefettizia, che da un anno tiene ferma una decisione vitale per il territorio? “Qualche nocchiero – si legge nell’appello – forse rema controvento per portare risorse ad altri lidi?”.
Domande legittime, ma ancora senza risposta.
Dignità e giustizia sanitaria
I cittadini e i pazienti del Don Mottola chiedono alla Conferenza dei Sindaci di assumere una posizione pubblica e unitaria a difesa del diritto alla salute nel territorio vibonese. Invocano un intervento formale sulla Commissione straordinaria dell’Asp per: pubblicare immediatamente la delibera di attuazione della rete territoriale; garantire trasparenza sui criteri di riparto delle risorse; riassegnare le somme sottratte alla sanità vibonese. E chiedono l’apertura di un tavolo istituzionale urgente con la Regione e la struttura commissariale per ristabilire equità, efficienza e rispetto dei Lea.
Un territorio che non si arrende
“Ogni euro negato alla sanità vibonese è una cura che non arriva, un anziano lasciato solo, un paziente dimenticato.” Dietro la rabbia, c’è ancora la speranza che qualcosa possa cambiare. Che la Conferenza dei Sindaci – chiamata ora a un gesto di responsabilità – si faccia portavoce di una comunità che non chiede privilegi, ma diritti. “Vogliamo essere curati qui, dove viviamo – dicono i firmatari – con la stessa dignità, la stessa assistenza e gli stessi diritti degli altri calabresi.” È un appello che va oltre la protesta. È la richiesta di giustizia sanitaria di un territorio che non vuole più restare invisibile.
