C’è una linea sottile ma profonda che unisce la storia delle civiltà e il destino dell’uomo contemporaneo: quella dei diritti umani. È su questa trama che si è innestato, questa sera, il convegno organizzato dalla Società Dante Alighieri – Comitato di Vibo Valentia – nell’aula magna del liceo classico “Michele Morelli”, alla presenza di un pubblico numeroso e attento, delle autorità civili e scolastiche, del sindaco di Vibo Valentia Enzo Romeo e della prefetta Anna Aurora Colosimo.
L’incontro, dal titolo “La tutela internazionale dei diritti umani fra storia e diritto”, ha visto come relatrice la professoressa Valeria Ferrari, docente alla Sapienza di Roma, capo del Dipartimento di Scienze Politiche e componente del Senato Accademico della stessa università. Una figura di primo piano del panorama accademico italiano, che ha guidato i presenti in un articolato percorso attraverso la nascita, l’evoluzione e le sfide contemporanee della tutela dei diritti fondamentali.
L’incontro, dal titolo “La tutela internazionale dei diritti umani fra storia e diritto”, ha visto come relatrice la professoressa Valeria Ferrari, docente alla Sapienza di Roma, capo del Dipartimento di Scienze Politiche e componente del Senato Accademico della stessa università. Una figura di primo piano del panorama accademico italiano, che ha guidato i presenti in un articolato percorso attraverso la nascita, l’evoluzione e le sfide contemporanee della tutela dei diritti fondamentali.
La lezione della storia
La professoressa Ferrari ha ricostruito con rigore e chiarezza le tappe cruciali della costruzione giuridica dei diritti umani: dall’antico diritto romano – primo riconoscimento di una dignità giuridica della persona – alle grandi dichiarazioni del mondo moderno, passando per la rivoluzione del pensiero europeo e le società dove religione e diritto si intrecciano in modo diverso. Una riflessione lucida e appassionata, nella quale la studiosa ha mostrato come la storia del diritto sia in fondo la storia dell’uomo che cerca se stesso nella libertà, nell’uguaglianza e nella felicità, valori che restano fragili se non vengono continuamente difesi e rinnovati.
I diritti umani non nascono in un giorno
Di particolare rilievo è stato l’intervento del presidente del Comitato Dante Alighieri di Vibo Valentia, Pippo Prestia, che ha tracciato una densa e vibrante meditazione sull’essenza stessa dei diritti umani: “Parlare di diritti umani significa parlare dell’essenza dell’essere umano”, ha affermato. “È un terreno che unisce il giurista, lo storico, il filosofo, ma anche l’uomo e la donna comuni che ogni giorno si interrogano su cosa significhi essere liberi, uguali, rispettati nella propria dignità”.
Prestia ha poi richiamato i momenti fondativi della cultura dei diritti: la Magna Carta del 1215, la Dichiarazione d’Indipendenza americana del 1776, la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino del 1789, fino alla Costituzione italiana del 1948, che “non concede ma riconosce i diritti inviolabili dell’uomo, perché essi esistono prima e al di sopra di ogni legge”. Un filo rosso, dunque, che conduce dal pensiero di Dante Alighieri, evocato da Prestia nella De Monarchia – “l’umanità è ordinata a un fine unico” – fino alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e alla Corte di Strasburgo, simboli moderni di un’Europa giuridica fondata sulla persona.
Le sfide del presente
Nel suo discorso, Prestia ha voluto anche guardare al nostro tempo, segnato da nuove minacce: le migrazioni, le disuguaglianze economiche, le tecnologie che mettono in crisi la privacy e la libertà di pensiero, e i conflitti armati che insanguinano ancora l’Europa e il Medio Oriente. “La tutela dei diritti umani oggi non è più solo un tema di giuristi o diplomatici”, ha ammonito, “è una responsabilità collettiva. Difendere i diritti significa educare alla dignità, promuovere il dialogo, valorizzare la lingua e la cultura come strumenti di incontro, non di divisione”.
Un presidio di civiltà
La Dante Alighieri di Vibo Valentia, con la presidente onoraria Maria Liguori Barattieri e la segretaria organizzativa Angela Crisafi (instancabile e scrupolosa) ha dimostrato ancora una volta di saper coniugare impegno culturale e sensibilità civile. Alla serata hanno partecipato anche diversi dirigenti scolastici, segno di un’attenzione viva alla formazione delle nuove generazioni. “L’incontro di oggi – ha concluso Prestia – non vuole essere solo un momento di riflessione accademica, ma un invito all’impegno. Ogni generazione ha il dovere di rinnovare il patto dei diritti umani rendendoli concreti, visibili. È questo il cammino della cultura e della civiltà”.
In una sala densa di ascolto e di consapevolezza, la Dante Alighieri ha ricordato che la lingua italiana, la lingua di Dante, resta uno degli strumenti più potenti per costruire ponti tra le persone e difendere la dignità dell’uomo: un gesto di cultura che è, oggi più che mai, un atto di libertà.


