Un’elezione all’unanimità che va oltre i confini politici e segna un cambio di passo nei rapporti tra istituzioni calabresi. Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro, è stato scelto dai quaranta sindaci del “parlamentino” di Arrical – l’Autorità regionale che governa i settori idrico e dei rifiuti – come nuovo presidente dell’Assemblea dei Comuni. Un incarico che, come lui stesso spiega in un’intervista rilasciata a Sergio Pelaia per la Gazzetta del Sud, “non è un contentino politico, ma una sfida di rappresentanza e di equilibrio”.
Dialogo e apertura
Dialogo e apertura
Fiorita, esponente del centrosinistra alla guida del capoluogo di regione, riconosce il valore del metodo che ha portato alla sua nomina: “È stata una scelta condivisa, frutto di dialogo e di apertura. Non contava il colore politico, ma la rappresentatività. Credo sia stato giusto che la presidenza andasse al sindaco del capoluogo, una figura simbolica e di garanzia”. Chi lo accusa di aver accettato una carica solo formale, sbaglia bersaglio. Il presidente dell’Assemblea dei Comuni – spiega Fiorita – non ha poteri gestionali, ma “ha un ruolo politico decisivo: rappresentare tutti i sindaci e mantenere un equilibrio costante tra il livello amministrativo, guidato dal direttore generale, e quello istituzionale”.
Costruire fiducia e partecipazione
Per Fiorita, il primo passo sarà quello di restituire fiducia ai Comuni: “Arrical non deve essere percepita come un soggetto esterno, ma come uno strumento condiviso di governo dei servizi”. Da qui l’intenzione di promuovere una serie di conferenze territoriali nelle cinque province, per “ascoltare le esigenze dei sindaci e costruire insieme un percorso comune”. Un percorso tutt’altro che semplice, visto che sul tavolo ci sono due dossier pesanti: la gara per il servizio integrato dei rifiuti – che “rappresenterà una vera rivoluzione organizzativa” – e il subentro di Sorical nella gestione delle reti idriche comunali. Due sfide che, secondo Fiorita, vanno affrontate “in modo virtuoso, non conflittuale, recependo le istanze dei territori e garantendo efficienza e sostenibilità”.
I fondi che non scorrono
La Calabria, intanto, fa i conti con una cronica carenza idrica. Rubinetti a secco, reti colabrodo e continui disservizi – come quelli denunciati dal Comitato “La Base” di Cosenza contro Sorical – raccontano una regione in emergenza permanente. Fiorita non nega le difficoltà: “Parliamo di infrastrutture vetuste, gestioni frammentate e impianti da ammodernare. Il subentro di Sorical deve essere graduale e pianificato, evitando tensioni con i Comuni”. Ma il vero nodo, aggiunge, “è la depurazione: oggi priva di governance e segnata da un commissariamento inefficace. I fondi ci sono, ma restano fermi. Arrical dovrà avere voce anche su questo fronte, perché non si può parlare di gestione idrica senza considerare l’intero ciclo dell’acqua”.
Rifiuti: la partita degli impianti
Sul fronte rifiuti, la sfida è quella di superare la cronica carenza di impianti pubblici. “La gara d’ambito sarà decisiva – spiega Fiorita alla Gazzetta del Sud – ma serve un quadro unitario degli interventi. Stiamo lavorando al piano d’ambito regionale, passaggio fondamentale per impostare correttamente la gara”. Ottimizzare gli impianti pubblici, aggiunge, significa “ridurre i costi di smaltimento per i Comuni, con benefici concreti sia economici che ambientali. Arrical dovrà essere il luogo del confronto pragmatico, dove efficienza e visione territoriale camminano insieme”.
Risanare il cortocircuito istituzionale
Infine, il tema dei rapporti tra Regione e Comuni, mai semplici e spesso conflittuali. L’affidamento a Sorical, ricorda Fiorita, è stato deciso prima che i Comuni entrassero in Arrical: “Ora il compito è ricucire, trasformando questo processo in un’occasione di ripubblicizzazione e razionalizzazione dei servizi”. Il presidente dell’Assemblea dei Comuni punta a un obiettivo chiaro: “Arrical funzionerà solo se i sindaci verranno davvero coinvolti nelle scelte. Le grandi trasformazioni – dal subentro di Sorical alla gara dei rifiuti – non devono avvenire contro i Comuni, ma insieme ai Comuni”.


