Acquaro, elezioni amministrative senza quorum: il paese torna sotto commissariamento

Nonostante la lista unica in corsa, solo il 28% degli elettori si è recato alle urne, impedendo l’elezione del nuovo sindaco e del Consiglio comunale. Esplosioni di fuochi d’artificio hanno segnato la fine della consultazione

Le elezioni amministrative ad Acquaro, piccolo centro del Vibonese, per scegliere il sindaco e i membri del Consiglio comunale si sono concluse senza il raggiungimento del quorum previsto, riportando il comune sotto commissariamento. La normativa stabilisce che, in caso di una sola lista in gara – com’è avvenuto dopo l’esclusione dell’ex sindaco Barilaro per errori formali – sia necessario che alle urne si rechi almeno il 40% degli aventi diritto, circa 615 elettori, con almeno la metà dei voti a favore della lista presentata.

In realtà, l’affluenza si è fermata a 438 votanti, pari al 28,07%, con risultati differenti tra le quattro sezioni: 157 votanti nella sezione 1 e 135 nella sezione 2 del comune capoluogo, rispettivamente 35,3% e 26,06%; 84 votanti nella sezione 3 – Piani, 17,76% – e 63 nella sezione 4 – Limpidi, 49,22%. Questo esito segna un ulteriore smacco per la comunità, che si trova così a vivere il quarto commissariamento negli ultimi vent’anni, tutti, direttamente o indirettamente, influenzati dalla stessa “perversa regia”.

In realtà, l’affluenza si è fermata a 438 votanti, pari al 28,07%, con risultati differenti tra le quattro sezioni: 157 votanti nella sezione 1 e 135 nella sezione 2 del comune capoluogo, rispettivamente 35,3% e 26,06%; 84 votanti nella sezione 3 – Piani, 17,76% – e 63 nella sezione 4 – Limpidi, 49,22%. Questo esito segna un ulteriore smacco per la comunità, che si trova così a vivere il quarto commissariamento negli ultimi vent’anni, tutti, direttamente o indirettamente, influenzati dalla stessa “perversa regia”.

Lo spoglio, seppur privo di effetti pratici, ha comunque registrato le preferenze dei candidati della “non competizione”: Cetta Caporale al primo posto con 72 voti, seguita da Francesco Scarmozzino (67), Umberto Muratore (56), Rosario Schiavello (41), Mariarosa Femia (38), Massimo Malvaso (35), Robert Aloe (24), Giuseppe Maiolo (15), Giusy Maiolo (7) e Antonio Poci (4).

Non classificata la città di Acquaro, che pur avendo avuto l’occasione di sperimentare un possibile cambiamento, ha scelto in maggioranza di non collaudarne le potenzialità. Non classificata è anche la frazione Piani, sempre più considerata un “feudo” di “ignoti”, come evidenziano i risultati delle consultazioni precedenti, spesso condizionate da indicazioni di voto o di astensione, talvolta in controtendenza rispetto ai dati nazionali, come riporta il portale del Ministero.

I fuochi d’artificio

Un episodio paradossale è stato che, nonostante il nulla di fatto, sono stati esplosi fuochi d’artificio: un gesto che lascia sperare che non ci saranno anche caroselli, visto che di festeggiare non c’è nulla.

Delusione e rammarico hanno accompagnato il candidato unico Pino Ferraro e i suoi sostenitori. Ferraro ha commentato: “Il mancato voto ha dimostrato che il mio messaggio di onestà, trasparenza e lealtà, e la mia volontà, insieme a quella della mia squadra, di attuare una gestione amministrativa corretta e limpida, non è stato recepito. Non hanno colto la spinta al cambiamento dopo un quindicennio di gestione consueta. Me ne rammarico, ma resto sereno, così come tutti i miei sostenitori. Da domani vedremo come muoverci per il post, ennesimo commissariamento”.

Nessun rinnovamento

Una tornata descritta più volte come anomala, con sospetti su incoraggiamenti all’astensione e presunti picchettaggi dei seggi. Una campagna elettorale blindata dalle forze dell’ordine, così insolita come mai Acquaro aveva vissuto, che avrebbe potuto rappresentare un’opportunità di cambiamento. Tuttavia, l’assenza di un candidato avversario reale ha fatto sì che l’unico “rivale” fosse il non voto stesso, il quale, di fatto, non garantisce prospettive di rinnovamento.

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