Le famiglie calabresi, nel mese di dicembre, destinano ai prodotti alimentari e alle bevande una spesa stimata in 565 milioni di euro, pari al 3,2% della spesa nazionale. Le festività incidono in modo significativo sulle abitudini di consumo: considerando il triennio 2022-2024, a dicembre si concentra il 10% delle vendite annuali di prodotti alimentari, con un valore superiore del 21,6% rispetto alla media degli altri mesi dell’anno.
In questo contesto, emerge dall’analisi dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato Imprese Calabria, nella regione l’artigianato alimentare è un comparto “che unisce tradizione, qualità e capacità di stare sui mercati” e rappresenta “un settore solido, diffuso e in crescita”.
In questo contesto, emerge dall’analisi dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato Imprese Calabria, nella regione l’artigianato alimentare è un comparto “che unisce tradizione, qualità e capacità di stare sui mercati” e rappresenta “un settore solido, diffuso e in crescita”.
A livello provinciale, la spesa si distribuisce con 213 milioni di euro a Cosenza, 154 milioni a Reggio Calabria, 104 milioni a Catanzaro, 49 milioni a Crotone e 45 milioni a Vibo Valentia, a testimonianza di un impatto diffuso sull’intero territorio regionale.
Sul versante produttivo, l’artigianato dei settori alimentare, bevande e ristorazione (Ateco 10, 11 e 56) conta in Calabria 2.694 imprese artigiane attive, che occupano 8.503 addetti. Il comparto rappresenta l’11,6% del totale delle imprese artigiane regionali – seconda incidenza più elevata a livello nazionale – e il 16,5% degli addetti dell’artigianato.
Ancora più significativo, emerge dall’analisi, il dato sull’incidenza occupazionale: gli addetti dell’artigianato alimentare, delle bevande e della ristorazione rappresentano il 2,9% del totale degli addetti dell’economia regionale, valore che colloca la Calabria al primo posto in Italia, ben al di sopra della media nazionale (1,3%). Picchi particolarmente elevati si registrano nelle province di Reggio Calabria e Vibo Valentia.
Dal punto di vista economico, prosegue l’analisi, l’andamento del fatturato conferma la vitalità del settore. Nei primi nove mesi del 2025, a livello nazionale, il fatturato dell’alimentare cresce del 5,4% su base annua, a fronte della sostanziale stagnazione della manifattura complessiva. Incrociando i dati di fatturato per addetto e occupazione, si stima che in Calabria l’artigianato dell’alimentare, delle bevande e della ristorazione generi nel 2025 un fatturato complessivo di 517 milioni di euro, pari all’1,6% del totale nazionale, con valori più elevati nelle province di Reggio Calabria (188 milioni di euro) e Cosenza (159 milioni di euro).
Particolarmente rilevante è il contributo del comparto all’export regionale. Nei dodici mesi tra luglio 2024 e giugno 2025, le esportazioni calabresi di alimentari e bevande raggiungono 391 milioni di euro, incidendo per il 44,9% sull’export manifatturiero regionale, la quota più alta registrata tra tutte le regioni italiane. Nel primo semestre del 2025 la Calabria segna una crescita delle esportazioni del comparto pari al +8,6%, collocandosi tra le regioni con la dinamica più positiva. Spiccano le performance delle province di Vibo Valentia (+33,9%), quinta a livello nazionale, e Reggio Calabria (+16,2%).
A rafforzare la competitività dell’artigianato alimentare calabrese contribuisce anche l’elevata qualità delle produzioni. La regione conta 21 prodotti agroalimentari riconosciuti dall’Unione europea con marchio DOP e IGP e 270 Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT), che custodiscono tecniche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo. Dunque, un patrimonio che rappresenta un elemento distintivo del Made in Calabria e un fattore chiave di attrattività sui mercati. (Ansa)


